A Brescia il Comune dovrà risarcire due cittadini per i danni subiti
dal rumore provocato dai locali notturni. Si tratta di 60.000 euro in totale per danno biologico e spese legali.
La motivazione della sentenza
è chiara: il Comune è da condannarsi perchè non ha mai provveduto ad evitare i rumori
della movida, il che conferma quello che noi sosteniamo da tempo: non più cause contro i gestori ma azioni legali
contro l’ Amministrazione Comunale che non tutela i diritti primari.
Ci domandiamo quanto dovrebbe
spendere il Comune di Lucca se questa sentenza trovasse applicazione in Piazza
Anfiteatro, in Via Calderia, in Piazza San Michele, a Portone dei Borghi o magari in Corso
Garibaldi?
Tra l’altro a Lucca la situazione
è più grave che a Brescia perché in quella città i rumori provenivano dall’ interno dei locali
e dei dehors, mentre da noi la gran parte del disturbo proviene dai
bivacchi di strada che sarebbero persino proibiti dall’ art. 58 e 67 del
Regolamento di Polizia Urbana, il quale
però viene quotidianamente disatteso nonostante le nostre numerose
richieste.
A Torino, Modena ed in altre
città il Sindaco ha proibito di
consumare sulla pubblica via dopo le 21,
mentre invece gli Assessori Raspini e Mercanti sostengono che, a
dispetto di chi in quelle zone non può più
viverci, sia giusto il fatto che
un localino di 3 metri quadrati possa usare il suolo pubblico circostante per
consentire ai suoi avventori di consumare le migliaia di bevande che
somministra fino a notte fonda, anche se
dispone soltanto di un piccolo bagno e quindi i clienti urinano dietro l’
angolo di strada dopo aver schiamazzato fino a tardi.
Se a Lucca si verificasse quello
che è successo a Brescia sarebbe
ingiusto che a pagare fossero le casse comunali con i soldi di tutti, sarebbe
più giusto che a mettersi le mani in
tasca fossero quei politici che,
ritenendo il Centro Storico un loro feudo elettorale, giustificano il
verificarsi di questi problemi nonostante le numerose proteste dei residenti.
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