Erano molti anni che non si
vedeva un impegno così evidente da parte dei cittadini e così tanta voglia di
partecipare alla vita politica locale.
La ex Manifattura è un argomento che
di recente ha provocato la costituzione di gruppi spontanei di cittadini che
intendono dire la loro in merito agli argomenti che toccano la “loro proprietà” . Assistiamo ad
una partecipazione spontanea di centinaia e centinaia di cittadini che si sono
organizzati in gruppi whatsapp , affrontano il problema, discutono e, con le
loro osservazioni, hanno espresso delle critiche costruttive ed evidenziato
situazioni che avrebbero potuto presentare profili di illegittimità erariale.
Una discussione portata avanti, in molti casi,
con l’ impegno di tecnici di altissimo profilo professionale che hanno
operato gratuitamente per il bene della città offrendo la loro qualificata
esperienza.
Non si tratta di una situazione riconducibile ad un
inquadramento politico specifico perché vi si individuano persone con simpatie che
vanno dalla destra alla sinistra.
Una discussione di questo tipo,
anni fa, avrebbe avuto luogo nella Circoscrizione di riferimento e da lì,
partendo dalla base, sarebbe arrivata fino al livello decisionale.
Purtroppo adesso le
Circoscrizioni non esistono più, il cordone ombelicale che collegava la classe
politica alla “gente normale” è stato
reciso e questo flusso di bisogni e di pensieri dei cittadini verso
l’ Amministrazione è venuto a cessare.
La Circoscrizione consentiva un
collegamento puntuale fra la “gente del popolo” e gli Amministratori, adesso
questi ultimi agiscono e prendono le loro decisioni sulla base di un loro
intendimento personale maturato a livello individuale oppure a livello di
Giunta.
In questo contesto l’ Assessore
non è più l’imparziale ricettore di
tutte le esigenze sociali in quanto,
mancando il punto di incontro fra lui e la “gente normale”, si trova a dover operare sulla base degli
input che gli vengono fornito soltanto da quella rappresentazione molto
parziale della società che riesce ad approcciarlo, una voce espressa
da questa o quella Associazione, da
questa o quella categoria, oppure più semplicisticamente dal gruppo che gli ha
dato le sue preferenze alle ultime elezioni.
I cittadini, nel significato
generico della parola, sono tagliati fuori.
Oltretutto durante gli ultimi
anni abbiamo assistito ad un impoverimento culturale della classe politica.
Mentre prima questa si formava
sulla base di processi formativi e di maturazione all’ interno di scuole
politiche, di partiti o di associazioni
politiche e la candidatura avveniva sulla base di una
affermazione personale maturata sulla base delle capacità espresse in quegli ambienti, adesso, di frequente, il
politico locale viene eletto grazie agli amici del bar, oppure dei colleghi di lavoro o magari perché
promette ponti perfino dove non ci sono fiumi. Il tutto senza alcuna preparazione
politica.
In questo contesto, dove si
denota una poco adeguata maturazione politica della classe dirigente e la assoluta
mancanza di rapporti istituzionalizzati fra politica e “gente comune”, si è
creata una frattura insanabile fra Democrazia Rappresentativa e Democrazia
Partecipativa.
Ci viene in mente quella frase
citata da un Consigliere Comunale di maggioranza durante il consiglio comunale
sui rifiuti che vide negata la partecipazione dei cittadini e della
associazioni al dibattito, quando ebbe ad affermare che la presenza di questi
(cittadini e associazioni) non era necessaria perché tanto c’è la Democrazia
Rappresentativa e quindi, secondo lui, i
Consiglieri hanno la “delega” per decidere su tutto, quasi come a dire che la
scheda elettorale altro non è che un assegno in bianco.
Questa mancanza di collegamento
fra cittadini e politici era già stato
avvertito in passato da tutto il mondo politico e anche da Lei Sig. Sindaco, quando, durante
il suo primo mandato, con il benestare
di una legge regionale, inserì nella sua squadra di governo l’ Assessora Katia
Tomei affidandole la delega alla
Partecipazione per attivare una azione che avrebbe dovuto tradursi in un
coinvolgimento attivo della cittadinanza in merito a decisioni di competenza
del Comune di Lucca, questo proprio per ridurre gli effetti negativi provocati
dall’ eliminazione delle Circoscrizioni.
Una iniziativa che è poi
terminata sul nascere e che non ha avuto seguito, provocando la condizione per
cui la cittadinanza è rimasta isolata
dal potere decisionale e che ha
contribuito a formare il cosiddetto “Assessore so tutto io” .
E’ vero che manca poco alla fine
del Suo mandato e che sarebbe
praticamente impossibile riprendere il filo del discorso allora intrapreso
dall’ Assessora Tomei, tuttavia alcuni argomenti di vita politica fra i quali l’ Ex
Manifattura, richiedono un deciso colpo di reni per realizzare quella
discussione politica assente ma che tanto coinvolge la cittadinanza e che non
può considerarsi esaurita con la
partecipazione ad un Consiglio Comunale in merito al quale non è poi
seguita la puntuale replica a quel momento promessa.
Per quanto sopra esposto, in
osservanza al diritto/bisogno di partecipazione
della cittadinanza, che in passato anche Lei ,come tutto il mondo
politico, ha riconosciuto come bisogno
primario, ci auguriamo che voglia organizzare
dei tavoli di discussione fra cittadinanza e politica da realizzarsi subito con
riguardo alla Ex Manifattura. Prendere
decisioni irreversibili che riguardano il bene comune, come quella di alienare
180.000 mq di immobili in Centro Storico, senza una doverosa consultazione con
la cittadinanza sarebbe offensivo per i lucchesi di oggi e di domani.
Un impegno che oltretutto
consentirebbe alla macchina comunale di non
“offendere” i cittadini con la negazione o il ritardo delle risposte agli
accessi agli atti che saranno necessariamente numerosi in mancanza di una effettiva
dialettica politica con i cittadini e
che tanto disturbo sembrano provocare a qualche dirigente comunale forse
vittima di “ricordi storici” del passato.