domenica 27 gennaio 2019

perchè deturpare le mura per fini di lucro?


Le Mura di Lucca sono  state un punto di scontro nella società lucchese che ha sempre visto la contrapposizione di due componenti.
Quando dopo l’ Unità di Italia il Re prese possesso dei beni demaniali propose di demolire le Mura. La proposta non era così strampalata, in fin dei conti le Mura erano nate prima come elemento difensivo per eventi bellici e poi come difesa contro le alluvioni. Nel 1861 i cannoni potevano agevolmente superare la cortina e le alluvioni del Serchio erano diventate cosa rara a seguito degli argini efficaci che erano stati  nel frattempo realizzati, quindi le Mura erano diventate  inutili ed inoltre il parco di recente costruzione realizzato da Maria Luisa di Borbone si sarebbe potuto realizzare  altrove.
La fazione affaristica dei lucchesi era d’  accordo con il Re contando sul fatto che avrebbero acquistato milioni di mattoni a prezzo di saldo per poi utilizzarli nel boom urbanistico del dopo Unità d’Italia promettendo occupazione e benessere. D’ altra parte invece un gruppo di noiosi  lucchesi, che sicuramente l’Assessore Ragghianti definirebbe “aristocratici supponenti” , si dimostrò contrario a questa ipotesi e promossero una colletta che consentì al Comune di comprarsi le Mura, salvandole così dalla demolizione.
All’ inizio del novecento con l’ avvento della motorizzazione si cominciava ad avvertire  il bisogno di fare nuove strade e la componente affaristica  dei lucchesi di allora decise che gli spalti così larghi attorno alle Mura erano uno spreco e cominciarono a far passare i viali “sopra” gli spalti provocandone così una consistente riduzione. Il progetto era così chiaro e sicuro  che il Rifugio Carlo del Prete venne costruito con la porta principale che guardava le Mura in quanto il viale sarebbe dovuto passare proprio fra l’ edificio e la cortina.
Al che spuntarono fuori i soliti noiosi lucchesi “aristocratici e supponenti”  che riuscirono a salvare nella loro conformazione originale  una parte degli spalti, spostando verso l‘ esterno il viale almeno nella parte Nord della città.
L’ attuale amministrazione adesso vuole vituperare il monumento principe della città destinando il campo Balilla ad area per spettacoli, magari acquistare i Vivai Testi per farci un centro espositivo, appoggiati in ciò dalla componente affaristica della società lucchese.
Fortunatamente ci sono leggi ben precise e un decreto legge del 2017 che rende questi programmi irrealizzabili e quindi i “noiosi lucchesi”, di cui ci onoriamo di far parte, e  che tengono ai beni della loro città richiederanno il rispetto delle leggi per evitare la distruzione di beni che fanno parte della nostra memoria. Noi definiamo pazzi, cialtroni, incoscienti e disgraziati, quei lucchesi dei tempi dell’ unità d’Italia che volevano demolire le Mura, oppure quelli dell’ inizio del novecento che volevano fare la strada sugli spalti. Chissà quali saranno  gli aggettivi che useranno i nostri discendenti fra 100 anni quando leggeranno che c’era un Sindaco, un assessore, anzi più di uno, che per favorire una associazione commerciale che guarda solo ai propri interessi, volevano fare un arena per spettacoli sul Campo balilla, oppure comprare i Vivai testi per farci un centro espositivo.
Probabilmente non saranno molto teneri

ennesima riparazione di porta San Pietro. chi paga i costi?


Il 21 Gennaio verrà chiusa nuovamente porta San Pietro per permettere la messa in sicurezza e il ripristino di una punta lignea della grata interna alla porta. Questo danneggiamento già avvenuto in occasione del concerto dei Rolling Stones si è ripetuto ancora una volta l'estate scorsa sempre in occasione del Summer Festival quando grandi Tir entrarono da Porta San Pietro per il trasporto dei materiali necessari all'evento.
Il nostro Comitato aveva evidenziato con prot. 114604/2018 del 10-09-18 i vari danneggiamenti verificatisi negli ultimi tempo alle  Mura: la grata lignea di Porta S.Pietro, i cerchietti sull’ asfalto natura nel tratto davanti al Balilla, il tetto della casermetta sopra Porta S.Maria richiedendo espressamente:

Sono stati rintracciati gli autori degli stessi?
- Quale sanzione è stata loro applicata?
- Entro quanto tempo verrà effettuata la riparazione dei danni da loro provocati?
- Quali provvedimenti verranno messi in atto per evitare il ripetersi di questi danneggiamenti alle Mura che sono per antonomasia il nostro bene monumentale più prezioso?
- Verranno cambiate e rese più restrittive le norme che regolano il trasporto di materiali che vengono utilizzati per le manifestazioni all’ interno del Centro Storico?
- Verranno stabiliti dei protocolli di controllo per assicurarsi il rispetto delle norme?

Nonostante siano passati più di 4 mesi non abbiamo ricevuto risposta il che ci porta a pensare che i lavori di restauro a Porta San Pietro saranno fatti con i soldi dei cittadini, i responsabili l’ avranno passata liscia con il benestare di fare quello che vogliono anche le prossime volte, che le regole di accesso  alle Mura non sono state riviste e che quindi a tutti i cialtroni sarà permesso di danneggiarle di nuovo e impunemente e per ultimo che l’ Amministrazione non fa assolutamente niente per proteggere le Mura che sono il bene più prezioso e tra l’ altro tutelato ai sensi di specifico decreto legge.
Non da poco il fatto che per ricevere queste “dovute” risposte dovremo rivolgerci al Difensore Civico Regionale

i piolini sono facilmente aggirabili


Che i piolini  posti a delimitazione della ZTL siano una barriera ridicola ed inconsistente è sotto gli occhi di tutti. E’ sufficiente svitare 3 bulloni con una normalissima chiave che si può acquistare in qualsiasi mesticheria, oppure appoggiarsi lentamente con l’ auto buttandoli giù senza nemmeno danneggiare il paraurti ed ecco che questi  perdono la loro funzione. Quante volte il Comune è dovuto intervenire negli ultimi 6 mesi per riparare le pseudo barriere di Via del Fosso all’ altezza di Villa Bottini e all’ altezza delle Dorotee?
Noi ne abbiamo contate tre ma forse ci sbagliamo per difetto.
Il problema si risolve con rimedi urgenti ridicoli: si mettono delle transenne che poi qualsiasi persona può rimuovere e che quindi si rivelano completamente inutili.
Oltretutto questi “rimedi” sono decisamente antiestetici e ci sembra incomprensibile tollerarli dopo che si spendono decine di milioni per promuovere la cosiddetta immagine della città sovvenzionando manifestazioni internazionali musicali e/o culturali.
Quando la rete dei varchi telematici venne progettata il varco che si trova attualmente a Porta San Gervasio doveva essere localizzato subito dopo Piazza San Ponziano,  ma così non fu per le proteste di quei  commercianti di Via Elisa che si ritenevano danneggiati. Commercianti che adesso peraltro  hanno cessato la loro attività nonostante le loro richieste siano state accolte. Evitare il varco non gli è stato d’ aiuto.
Alcuni anni fa alcuni commercianti di Via Elisa hanno raccolto le firme per inserire Via Elisa in ZTL, ma l’ Amministrazione non le ha nemmeno considerate.
La soluzione è evidente: il varco di Porta San Gervasio deve essere portato alla sua posizione originale: subito dopo Piazza San Ponziano. Stalli a pagamento in Via Elisa non ce ne sono più da tempo e quindi non ci sono controindicazioni in tal senso.
Di tal maniera si metterebbe in atto anche una misura prevista nel Piano di Azione Comunale e cioè l’ aumento della ZTL, con evidenti benefici per l’ inquinamento atmosferico. La clinica Barbantini potrebbe adottare lo stesso sistema di quella di S.Zita e collegandosi al portale web potrebbe agevolmente consentire l’ entrata ai veicoli dei pazienti. La struttura alberghiera che si troverebbe ad essere inclusa nella ZTL ha dimostrato di saperci fare con il portale web di Metro e quindi non dovrebbe avere  problemi. I genitori della scuola Dorotee sono già in gran parte muniti di permesso e quindi non gli cambierebbe niente.
Sappiamo benissimo che questo provvedimento non trova il consenso dell’ Assessore Mercanti che ritiene il percorso di Via Elisa necessario per consentire ai genitori che portano i loro figli piccoli ai pubblici esercizi di San Francesco una volta ogni quindici giorni.
Una esigenza che non condividiamo visto la scarsa importanza e  frequenza del “bisogno”  e considerato il fatto che, a nemmeno cento metri, c’è il parcheggio Mazzini sottoutilizzato e con sempre molti stalli vuoti. Se poi l’ Amministrazione decidesse di non ritenere importante l’ attuazione delle misure previste nel Piano di Azione Comunale contro l’ inquinamento atmosferico, dovrebbe comunque da subito spostare il varco all’incrocio con Via S.Chiara,  evitando così di essere presa in giro dallo stupido di turno come accade adesso.

summer festival tempo di bilanci


Chiuso l’ anno  è tempo di bilanci.
Vediamo quanto è costato il Summer Festival ai lucchesi nel 2018, così come liquidato con la determina n. 1335 del 2018 “Determinazione unica per l’affidamento e liquidazione di servizi” .
Vi troviamo € 39.154,35 per servizio di assistenza medico-sanitaria – Centrale operativa 118, € 34.379,00  per servizio di vigilanza antincendio Comando Provinciale Vigili del Fuoco, per un totale di  € 73.533,35.
Oltre a queste spese Il Comune deve poi pagare i costi relativi all’ energia elettrica fornita alla manifestazione,  alla sicurezza al di fuori dell’ area di spettacolo,  quindi tutti gli agenti del Comune di Lucca nonché gli eventuali rinforzi extracomunali, la pulizia all’ interno ed all’  esterno dei luoghi dove si svolge la manifestazione,  la rimozione di lampioni, rastrelliere e simili che disturbano la stessa, i regali per gli artisti e poi  la “provvidenza”  versata all’ organizzatore per aumentare i suoi ricavi che non può essere meno di € 60.000,00 l’anno (ma l’ accordo quadro non stabilisce quanto può essere il massimo).
Verosimile stimare un costo di circa € 200.000 all’ anno a  cui si dovrebbero poi aggiungere i circa 8.000 permessi di accesso in ZTL, la cessione gratuita del Palazzo Ducale per tutta la durata della manifestazione.
Per onestà dobbiamo ammettere che i cartelli impiegati per i cambiamenti  di viabilità durante i concerti sono a carico dell’ organizzatore.
Realizzare una manifestazione così al Medionalum Forum di Assago costerebbe grosso modo 100/200.000 euro a concerto, mentre invece a Lucca non solo ottiene il suolo gratuito per l’ Ex Campo Balilla e a prezzo ultra scontato per Piazza Napoleone, ma addirittura anche un “aiutino” di centinaia di migliaia di euro. Un vero affare.
Un costo che verosimilmente si aggira sul milione di euro per tutto il contratto di vigenza.
Sicuramente ci saranno  motivi plausibili per cui il Comune, e con questo si intende anche tutto il Consiglio Comunale opposizione compresa (forse con l’ eccezione di un unico consigliere), hanno deciso di spendere tanti soldi in questa maniera.
Si dice che questa manifestazione porta centinaia di milioni di euro nel tessuto economico locale. Se questo fosse vero le addizionali IRPEF pagate al Comune di Lucca dovrebbero aver subito un grosso aumento, mentre invece risultano essere stazionarie da oltre 10 anni.
Abbiamo esposto queste considerazioni  al Comune di Lucca con Prot. 138471 del 22/10/2018  chiedendo che ci venisse illustrato, con dati a consuntivo, l’ esistenza di quel ritorno economico che dovrebbe essere alla base di un tale copioso investimento fatto con i soldi dei lucchesi. Ad oggi non abbiamo ottenuto risposta e questo porta a chiederci: non sarà mica che tutti i benefici altro non sono che consistenti  ricadute su  pochi  esercizi commerciali e che, se vengono inquadrati nel contesto comunale e rapportati al denaro investito, non si riesce nemmeno a vederli? Restiamo in attesa di ottenere una esauriente risposta al nostro quesito da parte degli uffici finanziari, in assenza della quale non potremo smentire chi ritiene che questa ricaduta economica non sia altro che una favola metropolitana e che per i lucchesi sia solo una rimessa.