domenica 8 giugno 2014

Rapporto Censis per la MOVIDA

Link per visualizzare tutto lo studio del Censis http://www.fipe.it/files/ricerche/2013/20-06-13Rapporto_movida.pdf Sintesi dello studio Movida e malamovida: il rapporto Censis per la Fipe. ( marzo 2013) Il presidente della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Lino Enrico Stoppani nel presentare il rapporto afferma: ……siamo stati spesso, come pubblici esercizi, messi sul banco degli imputati, per lo più in solitudine, nonostante i nostri continui richiami alle responsabilità condivise ed alla deriva generata da scelte di politica commerciale e del territorio profondamente sbagliate perché incapaci di comprendere che la complessità non si governa a colpi di ordinanze“creative” ma con un disegno coerente che mette ogni cosa al posto giusto. (Lino Enrico Stoppani presidente Fipe) Nel rapporto del Censis si legge: La Movida quindi da risorsa per rendere la città vibrante, vissuta, profondamente umana, in grado di generare valore sociale, oltre che economico, e di operare come magnete di turisti e talenti, in Italia ha subito uno slittamento semantico verso una connotazione negativa (..) ed evoca eccessi nel consumo di alcol e stupefacenti, e le tante pratiche antisociali (dall’inquinamento acustico, a forme di vandalismo e di illegalità), in sintesi pressione antropica incontrollata su porzioni del territorio urbano (di solito, luoghi e centri storici) che rende prigionieri i residenti e di fatto vandalizza il contesto. E riassume inoltre quasi paradigmaticamente patologie sociali dell’eccesso e della sregolatezza che in molti dei luoghi della Movida sembrano beneficiare di una terra franca dove regna una sorta di sospensione della legalità e dei controlli. Oggi i luoghi della Movida sono infatti il teatro di un sua degenerazione patologica che è una sorta di tumore della Movida, che va tenuto distinto da essa anche se vi è profondamente interconnesso: è la MalaMovida, forse il nemico più viscerale e distruttivo della Movida come opportunità virtuosa, perché fa da microclima ad episodi che provocano una richiesta emotiva di misure drastiche, il cui effetto è quello di blindare, spegnere e quindi uccidere le nostre città. Cos’è la MalaMovida e come si è arrivati alla situazione attuale in cui essa rischia di scacciare e uccidere la Movida? Al cuore della MalaMovida c’è il connubio nefasto tra una domanda infinitamente elastica verso l’alto di alcolici, soprattutto di giovani e adolescenti, e una offerta incontrollata di vendita degli alcolici da parte di operatori spregiudicati che si concentrano su questa attività, con format semplificati all’osso, quasi sempre veri e propri take away. E’ così che la vendita di alcolici si pone come il perno di alcune unità di vendita ibride che giocano tra le maglie delle regole con una vera e propria induzione al consumo di alcolici senza alcuna verifica su età o eventuale sobrietà degli acquirenti. Il connubio nefasto che agevola il consumo incontrollato di alcolici è il pilastro primo della MalaMovida, che poi è fatta anche di conseguenti eccessi e comportamenti antisociali; fa il resto la concentrazione antropica e, in alcuni contesti, anche di esercizi pubblici, e l’esito è l’occupazione coatta di porzioni del territorio urbano che invece di generare valore socioeconomico e sicurezza, finisce per produrre entropia, paura e voglia di farla finita con ogni modalità di fruizione degli spazi pubblici. E’ la MalaMovida il cuore del problema, ed essa sempre più scaccia la buona Movida che, invece, aldilà del martellamento mediatico su eccessi, trasgressioni incontrollate e illegalità nella percezione maggioritaria degli italiani è considerata come una straordinaria occasione per le comunità e le città perché essenziale nel creare contesti in cui può trovare risposta la domanda di relazioni che è il vero vettore della buona qualità della vita, oltre che il volano per un brand attrattivo, forte, coinvolgente. Movida si, MalaMovida no: questo in estrema sintesi l’obiettivo da perseguire per le nostre città che trova piena condivisione in una maggioranza di italiani per i quali la Movida è una risorsa per le città (…).Abbattere la MalaMovida quindi è il primo obiettivo essenziale e richiede come premessa ineludibile il riportare sotto controllo le sue dinamiche evolutive a partire da dispositivi regolatori che già oggi consentono di governare alcuni dei fattori decisivi che la generano, imponendo il rispetto della tutela della salute e dei luoghi di pregio minacciati dalla pressione dell’eccesso di locali, persone, e soprattutto dai comportamenti antisociali associati all’abuso di alcolici. Occorre un salto di qualità nella governance mediante alcune semplici pratiche: - rimettendo sotto controllo nelle aree critiche delle città il ritmo di crescita di tutte le imprese che svolgono la medesima attività a prescindere dai sistemi normativi che le regolano, in particolare se trattano bevande alcoliche, mediante criteri autorizzatori che introiettino le esigenze di tutela. La proliferazione dei format di vendita, il libero scorazzare (economicamente remunerativo) senza mai fronteggiare sanzioni adeguate di gestori spregiudicati che giocano al limite della legge cinicamente indifferenti all’impatto sociale della loro azione, è tra le cause primarie della MalaMovida e dei suoi effetti nefasti; - imponendo un sistema di regole, vincoli, sanzioni uguale per chi di fatto svolge attività uguali nel settore della vendita e somministrazione di alcolici,moltiplicando controlli e sanzioni così da evitare che la loro vendita incontrollata diventi fonte di reddito crescente per alcuni operatori spregiudicati e fonte di alti costi sociali e sanitari per i residenti in primis e per la collettività più ampia poi, a causa dei tanti comportamenti antisociali che essa genera, fino alle forme di devianza e microcriminalità - promuovendo forme stabili di coinvolgimento attivo degli stakeholder, dai residenti ai gestori e proprietari alle istituzioni locali alle forze dell’ordine alle associazioni locali, perché nessuno si senta escluso e ognuno abbia i contesti in cui far presente punti di vista e argomentazioni, smontando quindi la pericolosa logica della radicalizzazione della conflittualità e del senso di frustrazione da impotenza ed esclusione; - rendendo i luoghi della Movida epicentro di iniziative, molte delle quali già sperimentate spontaneamente e dal basso dal tessuto associativo e anche da singoli esercenti, che mirano a far maturare la domanda e l’offerta che si esprime nella Movida, secondo logiche di maggiore qualità, responsabilità, stile nei consumi. Un processo già sperimentato in altri ambiti con, ad esempio, l’affermarsi di una evoluta cultura enogastronomica o del consumo maturo e critico che, ovviamente, qui deve fare i conti con la pericolosa egemonia delle culture dell’eccesso e dello sballo che richiedono un lavoro di lunga lena di educazione; - rendendo obiettivo sociale di comunità la riduzione del consumo di alcolici, soprattutto del consumo in eccesso concentrato di giovani e anche adolescenti. I numeri sono da brivido e le conseguenze drammatiche, nessuno può chiamarsi fuori da una iniziativa incessante di contrasto di tutti i fattori che promuovono o facilitano il consumo in eccesso degli alcolici. L’intervento preventivo (dal controllo a monte dei soggetti di offerta alle attività di educazione diffusa) e quello repressivo (sanzioni dure per chi trasgredisce a regole sulla vendita di alcolici (….) vanno intensificati, oppure sarà molto difficile estirpare il tumore della MalaMovida, e soprattutto spingere in basso l’eccesso di consumo di alcolici.

Lettera Inviata al presidente della Repubblica

Dal “Coordinamento nazionale antimovida selvaggia” riunito a Bologna il 17 maggio, del quale fa parte attiva la nostra associazione è stato inviato un appello ed una richiesta di incontro al Presidente Napolitano e alle massime autorità dello Stato, per la legalità, la salute, la qualità della vita e la tutela del patrimonio di civiltà delle città d’Italia che si trovano in emergenza grave per i diffusi fenomeni di “movida selvaggia”e per la prevista depenalizzazione del reato di cui all’art. 659 c.p.. (disturbo della quiete), previsto dalla legge delega 28 aprile 2014, n. 67 e, in particolare dell’art. 2, comma 2. Una depenalizzazione che, nello scenario attuale, sarebbe un grave errore e un ennesimo ingiusto vantaggio a chi viola le regole e minaccia vita e salute nelle città. E’ necessario un serio ripensamento in sede legislativa. La devastazione e l’oltraggio al bene essenziale della salute e dei beni comuni sono oggi favoriti da una malintesa “liberalizzazione”, ignara nell’applicazione dei limiti e vincoli, che pure nello stesso decreto Monti sono esplicitati, e da assolutamente inadeguati o inesistenti controlli e vigilanza. L’Unione europea ha una carta di diritti fondamentali della persona che vengono gravemente violati. Le autorità locali e di sicurezza si manifestano sorde, inerti o inefficaci nell’esercitare doveri di interesse pubblico a tutela di diritti essenziali e particolarmente protetti dalla stessa nostra Carta Costituzionale Norme disattente alle gravi realtà cittadine, afflitte da frastuono notturno di masse vocianti, norme che ignorano i dati di scienza sulla grave nocività del rumore e della mancanza di riposo, possono ancora essere corrette. Non si dimentichi che i bilanci della sanità dipendono anche dalle misure che vengono chieste. Non si confonda la depenalizzazione per casi di qualche episodico suono troppo alto di un televisore domestico di vicinato, con il frastuono antropico delle incontrollate “movide” alcoliche. Non si tolga ai cittadini uno dei pochi efficaci strumenti di difesa del diritto al riposo e alla salute che l’ordinamento specificamente assicurava. E quindi: “La preghiamo, Signor Presidente, di vigilare con la Sua alta funzione, affinché non si consolidino norme e pratiche che di fatto facilitano interessi criminali e penalizzano cittadinanze che nella legalità intendono serenamente e gioiosamente vivere. Se Ella vorrà riceverci, saremmo lieti di rappresentare a Lei, come ad altre decisive sedi istituzionali, non solo disagio ma anche proposte costruttive, su questo come su altri temi rilevanti, per il raggiungimento del bene comune.” LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E AI MINISTRI DELL’INTERNO, DELLA GIUSTIZIA, DELLA SALUTE, FIRMATA DA nr. 64 RAPPRESENTANTI DI ASSOCIAZIONI E COMITATI DI RESIDENTI NELLE CITTA’ ITALIANE APPELLO per la legalità, la salute, la qualità della vita e il patrimonio di civiltà delle città d’Italia, in emergenza grave per i diffusi fenomeni di “movida selvaggia”. Depenalizzare il reato di cui all’art. 659 c.p. favorisce chi attenta alla vita delle persone con una terribile arma incorporea: il rumore. Aiutateci a ricomporre città civili. Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei, che della Costituzione della Repubblica Italiana e dei suoi principi fondatori è garante, in difesa dei nostri diritti di cittadinanza e in adempimento dei nostri doveri di civile solidarietà politica, economica e sociale. Rappresentiamo sentimenti e finalità di numerose associazioni e comitati di cittadini operanti in molte Città d’Italia, unite da Nord a Sud compresa la Capitale, già organizzati in “Coordinamento nazionale anti-movida selvaggia”, Siamo quotidianamente aggrediti nel nostro pur inviolabile domicilio, da un invadente assassino seriale, incarnato in mille volti anonimi chiamati e attratti da attività note: il rumore serale e notturno anche di fonte antropica. Oggi drammaticamente sottovalutato, nonostante la copiosa letteratura scientifica internazionale. La devastazione e l’oltraggio al bene essenziale della nostra salute e dei beni comuni sono oggi favoriti da una malintesa “liberalizzazione”, ignara nell’applicazione, dei vincoli che pure lo stesso cosiddetto decreto Monti ha esplicitato, e oggi con inadeguati controlli e vigilanza. L’Unione europea ha una carta di diritti fondamentali che noi cittadini sentiamo oggi così gravemente violati. Ignorati o sottovalutati da molte autorità locali e di sicurezza che troppo spesso si manifestano sorde, inerti o inefficaci nell’esercitare doveri di interesse pubblico a tutela di diritti nostri essenziali e specialmente protetti dalla stessa nostra Carta costituzionale. Corre già il tempo perché il Governo dia attuazione con decreti delegati alla legge delega 28 aprile 2014, n. 67 e, in particolare dell’art. 2, comma 2. Un’acritica depenalizzazione del reato di cui all’art. 659 c.p., nello scenario attuale, è un grave errore e un ennesimo ingiusto vantaggio a chi viola le regole e minaccia vita e benessere nelle città, ancorché siamo consapevoli delle finalità e necessità di alleggerire l’affollamento carcerario. Crediamo sia necessario un serio ripensamento in ogni sede legislativa e anche in sede di redazione dei decreti attuativi in itinere. Va mantenuta la fattispecie penale, con specificazione di fattispecie, con severe e adeguate misure sanzionatorie, corrispondendo alla necessità di tutelare la salute dei cittadini, preminente valore costituzionale; misure sanzionatorie, davvero esemplarmente rieducative e utili alla collettività. Norme disattente alla gravi realtà cittadine afflitte da frastuono notturno, ignorano i dati di scienza sulla grave nocività del rumore e della mancanza di riposo: esse possono ancora essere corrette. I bilanci della sanità dipendono anche dalle misure che chiediamo. Non si confonda la depenalizzazione per casi di qualche episodico suono troppo alto di un televisore domestico di vicinato, con il frastuono antropico delle incontrollate “movide” alcoliche. Non si assecondi la criminale ferocia dell’illegalità pervasiva. Non priviamo i cittadini di uno dei pochi efficaci strumenti di difesa della vita che l’ordinamento specificamente assicurava. La preghiamo, Signor Presidente, di vigilare con la Sua alta funzione, affinché non si consolidino norme e pratiche che di fatto facilitano interessi criminali e penalizzano cittadinanze che nella legalità intendono serenamente e gioiosamente vivere. Se Ella vorrà riceverci, saremmo lieti di rappresentare a Lei, come ad altre decisive sedi istituzionali, non solo disagio ma anche proposte costruttive, su questo come su altri temi rilevanti, per il raggiungimento del bene comune. Simonetta Chierici e altri 63 partecipanti al Coordinamento Nazionale AntiMovida Selvaggia del 17 maggio 2014 1Simonetta xxxxxxx Torino Associazione Abitanti P.zza Vittorio e zone circostanti 2 Serenella xxxxxxx Bologna Ass, Via Petroni e Dintorni 3 Patrizia xxxxxxx Bologna Ass. Via Petroni e Dintorni 4 Loris xxxxxxx Bologna Ass. Via Petroni e Dintorni 5 Paolo xxxxxxx Bologna Ass. Via Petroni e Dintorni 6 Giuseppe xxxxxxx Bologna Ass. Via Petroni e Dintorni 7 Pietro Maria xxxxxxx Bologna Ass. Via Petroni e Dintorni 8 Raffalle xxxxxxx Bologna Com. "S.Rocco nel Pratello" 9 Luciano xxxxxxx Bologna Ass. Santo Stefano 10 M. Letizia xxxxxxx Bologna Ass. Santo Stefano 11 Neva xxxxxxx Bologna Orfeonica 12 Anna xxxxxxx Bologna Al Crusel  13 Vincenzo xxxxxxx Bologna Al Crusel 14 Enrico xxxxxxx Bologna 15 Eleonora xxxxxxx Ravenna Gruppo Lettura Biblioteca Classense 16 Angelo xxxxxxx i Parma Com. Strada D'Azeglio e dintorni 17 Gabriella xxxxxxx Parma Com. Strada D'Azeglio e dintorni 18 Manuela xxxxxxx Firenze Com. Ma noi quando si dorme 19 Sandra xxxxxxx Firenze Com. Ma noi quando si dorme 20 Giuliano xxxxxxx Firenze Com. Ma noi quando si dorme 21 Antonio xxxxxxx Firenze Com. Ma noi quando si dorme 22 Francesco xxxxxxx Pisa Com. La cittadella per la qualità della vita 23 Marco xxxxxxx Pisa Com. La cittadella per la qualità della vita 24 Stefania xxxxxxx Pisa Com. La cittadella per la qualità della vita 25 Claudio xxxxxxx Lucca Com. Vivere il centro storico 26 Eugenio xxxxxxx Lucca Com. Vivere il centro storico 27 Andrea xxxxxxx Pistoia Ass. Residenti Centro storico Pistoia 28 Eliana xxxxxxx Torino Ass. Rispettando S. Salvario 29 Domenico xxxxxxx Torino Ass. Rispettando S. Salvario 30 Enrico xxxxxxx Mestre Com. Mestre Off limits 31 Fabrizio xxxxxxx Mestre Com. Mestre Off limits 32 Chiarastella xxxxxxx Mestre Com. Mestre Off limits 33 Giovanna xxxxxxx Genova Cittadino residente 34 Giovanni xxxxxxx Genova Assest 35 Franca xxxxxxx Genova Com. San Donato 36 Giancarlo xxxxxxx Genova Ass. Cetnro storico est 37 Gianfranco xxxxxxx Brescia Bresciain 38 Ottavio xxxxxxx Milano Com. Il Garibaldi 39 Gabriele xxxxxxx Milano 40 Claudio xxxxxxx Milano Coordinamento 41 Pierluigi xxxxxxx Milano Com. La Cittadella 42 Alessandra xxxxxxx Labriola Milano Com. La Cittadella 43 Franco xxxxxxx Milano Ass. Proarcosempione 44 Mario xxxxxxx Milano Ass. Proarcosempione 45 Maria xxxxxxx Carpaneto Milano Com. La Cittadella 46 Maria xxxxxxx a Lavarda Milano Ass. Proarcosempione 47 Silvana xxxxxxx Milano Comitato S.Agostino 48 Filippo xxxxxxx Milano Comitato S.Agostino 49 Francesco xxxxxxx i Milano Comitato S.Agostino 50 Diego xxxxxxx Milano Comitato S.Agostino 51 Elena xxxxxxx Milano Comitato S.Agostino 52 Maria Luisa Bonecchi Milano Comitato S.Agostino 53 Giovanni xxxxxxx San Benedetto del Tronto (AP) Quartiere Marina Centro 54 Dina xxxxxxx Roma Vivere Trastevere       Comitato per la Bellezza (Vittorio xxxxxxx)       Comitato piazza della pollarola (xxxxxxx)       Comitato piazza teatro pompeo (xxxxxxx)      Associazione via degli ausoni (xxxxxxx)      Associazione piazza Navona e dintorni (F. xxxxxxx)      Comitato abitanti rione Monti (L xxxxxxx)      Associazione Testaccio in piazza (P. xxxxxxx)      SOS Coronari (S. xxxxxxx)      Associazione Piazza del Popolo (D. xxxxxxx)      Comitato per il Progetto Urbano San Lorenzo e la Salvaguardia del Territorio (G. xxxxxxx) 55 Caterina xxxxxxx Napoli Chiaia viva e vivibile 56 Alessandra xxxxxxx Casale Monferrato ( AL) Casale Monferrato  57 Andrea xxxxxxx o Casale Monferrato ( AL) Casale Monferrato 58 Andrea xxxxxxx Casale Monferrato ( AL) Com. Centro Storico 59) Nuria xxxxxxx Acqui Terme (AL)   Comitato Centro Storico Acqui 60) Marco xxxxxxx i Cagliari Comitato Rumorenograzie  61) Angela xxxxxxx o Lecce  Comitato Leccentro  62) Danuela xxxxxxx Catania  Comitato centro Storico di Catania 63) Viviana xxxxxxx Roma Associazione Abitanti Centro Storico di Roma 64) Renzo xxxxxxx Orvieto Comitato Antirumore

sabato 7 giugno 2014

Telecamere

Si parla tanto di installare telecamere su telecamere ma che senso ha fare cio’ se poi nessuno guarda i filmati? Il dubbio e’ lecito in quanto ad oggi non si sa niente del gruppo di balordi ubriachi che hanno sfasciato le fioriere di Via dei Borghi ed il chiosco fuori Porta S.Maria. Eppure ci sono le telecamere di un Istituto di Credito puntate su Via del Gonfalone e le telecamere “Live” del varco di Via Fillungo. E’ possibile che nessuno si sia preoccupato di visionare le immagini registrate? Secondo legge le telecamere come quella della banca devono mantenere i filmati per 7 giorni, mentre invece sembra che quelle dei varchi mantengano il filmato in memoria per soli due giorni. Se cosi’ fosse sarebbe davvero una stranezza e richiediamo da subito che anche la memoria delle telecamere live dei varchi venga portata a 7 giorni di registrazione. A prescindere da tutto e’ lecito pensare che queste registrazioni non sono state esaminate e che quindi i balordi che hanno commesso i danneggiamenti la faranno franca. Perche’ l’Assessore Raspini, che tra l’ altro ci risulta essere uomo di legge, non ci ha pensato? Se cosi’ non fosse, saremmo ben lieti di porgere le nostre scuse all’Assessore e in tal caso lo invitiamo a diffondere le immagini del gruppo di balordi per agevolare le indagini. Se invece e’ proprio come pensiamo allora non e’ un problema di mezzi, bensi’ di persone e le telecamere costano, ma non servono a niente

martedì 3 giugno 2014

Nuovi stalli a pagamento

Fra poco verranno realizzati 90 stalli a pagamento nella zona di Piazzale Verdi. Considerato la evidente sproporzione fra la quantita’ di stalli gialli disponibili dentro le Mura (circa 1.500), ed i permessi rilasciati per la sosta su questi stalli (oltre 4.500 ai quali se ne debbono poi aggiungere altre migliaia per invalidi, artigiani, commercianti, permessi speciali ecc.) ci sembrerebbe giusto riservare ai residenti almeno meta’ di questa nuova disponibilita’ di parcheggio, evitando cosi’ di ripetere gli errori delle passate amministrazioni quando realizzarno il Parcheggio Lorenzini e quello alla Manifattura senza concedere nemmeno uno stallo ai residenti. Una altrettanto utile alternativa potrebbe essere rappresentata dal lasciare questi 90 stalli a pagamento ed ampliare la ZTL inserendovi Corso Garibaldi e/o Via Elisa in modo da impedire queste “penetrazioni” assurde visto l’ esiguo numero di stalli blu che offrono. Dagli anni 90 in poi tutte le amministrazioni succedutesi al governo della citta’ hanno ampliato la ZTL seguendo il famoso criterio della “progressiva pedonalizzazione del Centro Storico”, confidiamo nel fatto che questi nuovi 90 stalli a pagamento a Piazzale Verdi rappresentino per il Sindaco Tambellini l’occasione per continuare la virtuosa tendenza dimostrata dai suoi predecessori. http://vivereilcentrostorico.blogspot.com

domenica 1 giugno 2014

Coordinamento Nazionale Anti Movida Selvaggia

Dopo la costituzione del Coordinamento Nazionale Anti Movida Selvaggia che ha avuto luogo Sabato 17 Maggio a Bologna e che ha visto la partecipazione di ben 50 realta’ associative rappresentanti di 30 citta’ distribuite su tutto il territorio italiano da Torino a Catania, si e’ adesso costituito anche il Coordinamento Regionale Toscano a cui hanno aderito le associazioni dei residenti di Massa, Pisa, Lucca, Pistoia e Firenze. Il fine del Coordinamento regionale e’ quello di rappresentare i bisogni, i disagi ed i diritti dei residenti alla Regione Toscana, la quale, come tutti gli enti Regione, rappresenta un interlocutore di fondamentale importanza per cio’ che riguarda la problematica acustica. Durante la prima riunione del Coordinamento e’ emersa la necessita’ di incontrare l’ Assessore Regionale all’ Ambiente Annamaria Bramerini al fine di esprimere la gratitudine dei cittadini per aver varato la LR 2/2014, che vede una importanza diminuzione del numero di deroghe ai limiti massimi di inquinamento acustico che possono essere concessi e per evidenziare situazioni di disagio e di prevaricazioni legati alla Movida Selvaggia che richiedono ulteriori provvedimenti a tutela della salute pubblica, nonche’ del decoro urbano dei nostri centri storici. http://vivereilcentrostorico.blogspot.com