mercoledì 24 novembre 2021

Svendere a pezzi la manifattura è ridicolo

 

L’ ultima proposta lanciata dall’ Amministrazione Comunale di vendere a pezzi la Manifattura ci lascia sconcertati.

Una parte del Centro Cittadino così’ importante e così rilevante viene destinata a semplice investimento immobiliare per accogliere una azienda che firmerà un contratto di locazione per soli 7 anni.

L’ accordo verrà realizzato  fra privati e la misera entrata di 2,3 milioni, che, come sosteneva l’ ex Assessore Marchini, “con quel prezzo al metro quadro non ci si potrebbe comprare nemmeno una capanna in periferia”, verrà impiegata in parte per ristrutturare i parcheggi i quali, non essendo stato specificato che resterebbero pubblici e quindi  potrebbero diventare a servizio dell’azienda.

Una operazione che non creerebbe alcun posto di lavoro visto che i dipendenti Tagetik sono già impiegati nella sede attuale poco distante dalle Mura e che il loro trasferimento all’  interno della Manifattura non prevede alcun ampliamento di organico.

Nessun arricchimento culturale per la cittadinanza lucchese in quanto si tratterebbe di una operazione meramente immobiliare.

Una operazione estremamente rischiosa perché Tagetik si impegnerà a restarci per 7 anni e quindi niente è dato di sapere cosa accadrà dopo questo termine, visto che oltretutto si tratta di una azienda straniera che ha la “testa” a migliaia di chilometri di distanza da Lucca.

Inoltre gli accordi sono fra privati e ci stupisce non poco che il Comune possa agire in favore di alcune parti private in via così diretta e personale senza averne discusso in un processo partecipativo come quello previsto dalle leggi regionali e richiesto dai 1.400 cittadini che hanno firmato la petizione appena protocollata.

Non è vero che la Fondazione è l’ultimo treno per la Manifattura, lo dimostra la proposta di MIH. Lo dimostrerebbero le proposte che verrebbero presentate se l’Amministrazione lucchese procedesse come garbo vuole e cioè con un bando pubblicizzato in tutta Europa.

Siamo allibiti dal prendere nota che per l’Amministrazione l’interesse dei lucchesi è cosa secondaria rispetto a quello rappresentato da 2 o 3 aziende private. Siamo veramente sconcertati e continuiamo a domandarci il perché di tutto questo senza ottenere alcuna risposta logica.

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Lucca music hub e le alternative a coima

 

Fino a pochi mesi fa sembrava che l’ unico modo per preservare lo stabile della Ex Manifattura dalla fatiscenza fosse quello di darlo in regalo ad un fondo promosso dalla Fondazione che, realizzandoci appartamenti uffici   e un centro commerciale, oltre a prendere possesso del parcheggio con i suoi incassi, ne evitasse il degrado.

Con la presentazione di ieri a Palazzo Pfanner tutti hanno potuto rendersi conto che ci sono ben altre prospettive, che il parcheggio può rimanere del Comune, che  i circa 20.000 mq possono essere utilizzati per azioni che presentano funzioni di  “ricchezza culturale” e  che possono essere dati in concessione per un certo numero di anni, rendendo qualcosa come un milione e mezzo all’anno di affitto per poi ritornare di proprietà pubblica alla scadenza del contratto.

Il famoso “ultimo treno”,  con cui si indicava il progetto della Fondazione, ha dimostrato di non essere una definizione azzeccata. Altre valide prospettive ci sono e, con quello che abbiamo visto ieri, possiamo ribadire ciò che andiamo dicendo da tempo:  basta darsi un po' da fare per  cercarle.

I cittadini hanno aderito numerosi alla petizione popolare con cui si richiede, a sensi della Legge Regionale, di portare avanti un percorso partecipativo per elaborare il futuro della Ex Manifattura e le firme verranno depositate a breve. Il Sindaco per legge, può opporsi, ma così facendo andrebbe contro ad una quota consistente della popolazione e al suo  stesso programma elettorale che prevedeva  la partecipazione popolare nella gestione della cosa pubblica. Siamo sicuri, o almeno lo speriamo,  che Egli  appoggerà convintamente questa iniziativa e che possa aprirsi  quel famoso percorso partecipativo dei cittadini che non mancherà di produrre quegli effetti socialmente positivi che Lucca si merita.

aggressioni nel centro storico

 

Il problema denunciato dal’ artista di strada che è stata aggredita in Piazza San Michele non ci deve stupire.

Le aggressioni in Centro Storico non riguardano soltanto gli artisti di strada, ma chiunque ci vive o lo frequenta.

E’ accaduto in Piazza San Alessandro a quel  residente che aveva osato lamentarsi nei confronti del ragazzo che gli aveva urinato al portone di casa prendendosi un pugno in faccia che lo ha lasciato a terra tramortito. Accade frequentemente nella zona di Corso Garibaldi. Risse e simili avvengono con disarmante regolarità e ormai nessuno ci fa più caso.

Per tutti questi fatti vale un comune denominatore: il Centro Storico è diventato terra di nessuno. La “Luccaland” tanto invocata da certe categorie e spalleggiata da una nutrita compagine politica si manifesta tutti i giorni e nel peggiore dei modi.

Fino a qualche anno fa  e precisamente prima che  questa amministrazione emanasse il  nuovo regolamento di Polizia Locale elaborato da consiglieri della maggioranza e di opposizione e poi approvato da tutto il Consiglio Comunale ad eccezione di un unico consigliere,  il bivacco era proibito mentre adesso non lo è più, a patto che non si stenda un telo per terra.

Prima era proibito mentre  adesso invece ci si può “accampare” dovunque, perfino sulle soglie  degli edifici per consumare cibi e bevande, incluso quelle alcoliche che sono proibite sulle Mura e sul Parco Fluviale ma che sono permesse nel centro cittadino.

E’ ovvio che con normative di questo genere i balordi in Piazza San Michele, come in qualsiasi altra parte del Centro Storico, sono liberi di fare i loro comodi e non ci sono rimedi.

O meglio il rimedio ci sarebbe: riportare in vigore il vecchio regolamento di Polizia Locale, ma ci vorrebbe una dose di coraggio che attualmente non ci pare di poter individuare.

Manifattura, avevamo ragione: il project non era legale

 

Che nel Project della Manifattura ci fosse la mancanza di interesse pubblico come recentemente affermato dal Sindaco, questo Comitato lo ha sempre sostenuto a partire dal Consiglio Comunale aperto del Settembre 2020.

Secondo noi adesso non è il tempo delle recriminazioni ma dei bilanci.

Gli aspetti negativi sono rappresentati dal fatto che si sono persi tutti quei miliardi che Lucca avrebbe potuto ricevere dalla Regione per ristrutturare la Manifattura mantenendone la proprietà pubblica e che si sono spesi molti soldi per consulenze, prendendoli dalle casse comunali e quindi dalle tasche dei cittadini. A tal proposito non sarebbe male se ci fosse una refusione anche parziale di queste spese  che i lucchesi hanno sostenuto, magari soltanto  un  “quinto dello stipendio” da parte dei politici, nonché dei segretari di sezione, impegnati a sostenere posizioni  che la realtà ha dimostrato essere insostenibili. Un altro aspetto negativo è rappresentato da quei politici che hanno accusato i cittadini di far parte del  fronte del “non fare”, mentre i fatti dimostrano che invece questi facevano parte del fronte più costruttivo del “non fare male”. E’ stato grave rifiutare il colloquio, la dialettica e, cosa ancor più grave la partecipazione.

Senza contare i tanti soldi sprecati  nel progetto da parte della Fondazione che, ci auguriamo,  saranno oggetto di discussione al loro interno.

L’ aspetto positivo invece è che non si era mai vista una partecipazione così imponente da parte della popolazione. Una partecipazione rappresentata da consiglieri comunali che grazie al loro incarico hanno portato a conoscenza del “popolo” i dettagli dell’ operazione, da professionisti di valore che hanno impiegato molto del loro tempo per studiare e analizzare le carte e che, a dire il vero, avevano previsto  tanto tempo fa quanto adesso dichiarato dal Sindaco, dai comitati trasversali e apolitici composti da gente comune che hanno inteso  tutelare la proprietà pubblica  dedicandogli tempo sottratto ai loro impegni, alla loro famiglia e ai loro interessi.

Adesso è il momento della partecipazione. Che sia intelligente e come diceva Milan Kundera che eviti la stupidità di avere una risposta per ogni cosa, ma che invece abbia la saggezza di avere per ogni cosa una domanda.

Mancata applicazione dell'ordinanza anti asporto

 

Le risse avvenute di recente nel Centro Storico  sono, senza tema di smentita, imputabili ad un uso eccessivo di alcool e al  concetto di “Paese dei Balocchi”  che si è venuto a creare con  i provvedimenti assunti durante gli ultimi anni.

Se il nuovo regolamento di Polizia Locale, varato sotto il mandato dell’ Assessore Raspini, non avesse tolto la proibizione di bivaccare sulla pubblica via, non avesse consentito di consumare l’ alcool per la strada, nonché  seduti sulle soglie dei palazzi quando allo stesso tempo  ne ha proibito l’ uso sul parco fluviale, sicuramente non saremmo arrivati a questo basso livello di civiltà.

In tutto questo marasma ci ha stupito non poco il fatto che l’ ordinanza  n.1051 del 27/06/2020, già applicata durante gli anni scorsi, che proibisce la vendita di bevande alcooliche il Venerdi e il Sabato dalle 21 alle 6 del mattino successivo  per 30 giorni in totale, sia finora rimasta nel cassetto.

Si tratta di una ordinanza che vieta ai gestori di vendere alcoolici per asporto nel periodo indicato.

Una proibizione che sicuramente aiuta, ma che non risolve il problema del tutto perché vale solo due giorni la settimana e  perché, se da una parte i bar non vendono gli alcoolici, i giovani possono comunque consumare sulla strada quelli che magari hanno acquistato nei negozi fuori del Centro Storico o che si sono portati da casa.

Il problema vero è quello del consumo di alcoolici sulla pubblica via e questo è il punto su cui l’ ordinanza dovrebbe concentrarsi. Oltre a proibire l’ asporto  dalle 21 alle 6 dovrebbe anche vietare il consumo di alcoolici fuori dei locali pubblici e applicare sanzioni pesanti che “responsabilizzino” oltre i locali anche e soprattutto i giovani contravventori ed i loro genitori.

Solo in tal modo si può conseguire un  minimo risultato di civiltà, consentire il sano divertimento dei giovani che potranno comunque bere al banco e ai tavoli,  eliminare un mercato immorale di vendita di alcoolici e soprattutto evitare che accadano violenze e situazioni di degrado come quelle a cui purtroppo ci stiamo abituando.

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In aumento risse e bivacchi nel centro storico, poco incisivi i provvedimenti presi

 Come mai le situazioni di degrado e violenza nelle zone della cosiddetta movida sono divenute così’ frequenti?

Come mai queste cose dieci anni fa  non accadevano, almeno con questa frequenza,?

Dieci anni fa, prima che venisse abrogato sotto il mandato dell’ Assessore Raspini, c’era un regolamento di Polizia che proibiva il bivacco, mentre adesso il nuovo regolamento varato sotto la competenza dello stesso assessore lo consente. Questo vuol dire che i giovani comprano l’ alcool nei bar o nei supermarket e vanno impunemente a berlo sulla strada. In questo modo non c’è alcun controllo su chi alza troppo il gomito e sulla loro età, la zona diventa un grande e rumoroso vespasiano con urina, feci e vomito dietro l’ angolo e la Lucca del garbo  diventa un lontano ricordo. Questa libertà incontrollata funge da richiamo per tutti i giovani della periferia che sovraffollano la zona perché sanno che qua possono fare ciò che vogliono senza alcun controllo e dal bere si passa facilmente alla droga, poi alle risse ecc.

I provvedimenti sindacali estivi sono semplicemente ridicoli, Si proibisce il consumo di alcool sulla strada se questo è contenuto in bicchieri di vetro o lattine, mentre lo si permette se contenuto in bicchieri di plastica. Come a dire che il vino è alcoolico nel bicchiere di vetro e diventa acqua minerale se contenuto in quello  di plastica.

Gli addetti alla sicurezza dei locali pubblici saranno completamente inutili perché il vero bar è la strada grazie alla legittimità del bivacco permesso da questa Amministrazione e fino a che non si proibirà l’ asporto delle bevande ed il bivacco queste zone saranno un grande paese dei balocchi.  I Vigili, sempre sotto il mandato dell’ Assessore Raspini, sono diventati 86 che è un numero decisamente ridicolo se paragonato alle dimensioni e alle caratteristiche del nostro comune.

Il regolamento di Polizia Locale prevede che la sua attuazione sia affidata alla Polizia Municipale, la quale però alla 1 di notte smonta e quindi, dopo quell’ ora,  chi si è visto si è visto.

Di sicuro la prossima Amministrazione avrà molto da fare, non tanto per migliorare, quantomeno meno per ritornare a dove eravamo dieci anni fa

ancora acqua troppo alta nel condotto pubblico del centro storico

 

Ogni tanto, o meglio dire ogni poco, quando in Via del Fosso si aprono le crepe nell’ asfalto, a causa del timore che la strada frani nel condotto idrico sottostante,  si chiude la circolazione in quel tratto. Poi ci sono le consuete dispute sulla stampa fra Sindaco e gestori delle centraline che si scaricano la responsabilità l’un l’ altro, l’ acqua cala per alcuni giorni, per poi ritornare subito dopo ai soliti livelli.

Paradossalmente nessuno si domanda cosa potrebbe accadere se qualcuno vi cadesse dentro. Noi ci siamo posti la domanda e la risposta è tragica: sotto alcuni ponti  l’ acqua è talmente alta che non c’è aria e un malcapitato trascinato dalla corrente vi potrebbe affogare.

Non vorremo che  questa situazione di pericolo dasse origine  ad assurde proposte come ad esempio mettere le ringhiere sulle spallette, oppure tombare il fosso, magari facendo un project financing con la prima ditta milanese di passaggio,  per  realizzarci sopra un parcheggio a pagamento.

Si pensa di installare 3 Km di ringhiere sulle Mura di cui nessuno può dimostrare la necessità,  mentre allo stesso tempo si ignora una situazione che potrebbe diventare letale per il malcapitato turista che, incoscientemente si sporge e cade nel fosso,  come peraltro già accaduto diverse volte in passato quando l’ acqua era più bassa.

Abbiamo ritenuto di segnalare questa situazione di pericolo al Sindaco, al Prefetto, al Presidente del Consorzio Bonifica e al Governatore perchè se qualcosa di veramente brutto dovesse accadere poi non si possa poi  parlare  di   tragica fatalità.

Piazza Santa Maria, nuovi stalli per le attività ma ai residenti?

 

Apprezziamo molto le Amministrazioni quando queste sono sollecite nel prendere in considerazione le richieste dei cittadini.

Ci complimentiamo con la celerità con la quale il Comune ha esaudito la richiesta dell’ Associazione Commercianti di avere a disposizione per il loro associato quattro stalli a pagamento in Piazza Santa Maria a causa della pandemia.

Anche noi il 18 Aprile scorso avevamo richiesto di avere la disponibilità gratuita di alcuni stalli blu a causa del fatto che in Via della Cavallerizza sono stati cancellati ben 12 stalli residenti  per di lavori in corso, perché  in Via dei Bacchettoni diversi stalli gialli sono passati al carico/scarico, perché in tutto il Centro Storico sono decine e decine gli stalli gialli che vengono occupati dai pubblici esercizi e soprattutto perché per ogni stallo di sosta ci sono più di 5 permessi che hanno titolo a parcheggiarci. Per il parcheggio dei residenti la pandemia c’è sempre stata.

Purtroppo alle nostre richieste non ha fatto seguito il benchè minimo cenno di risposta.

A dire il vero la cosa non ci ha stupito più di tanto visto la considerazione verso i residenti dimostrata dagli Assessori Raspini, Bove ed ex come Mercanti.

I quattro stalli di Piazza Santa Maria e la mancata considerazione delle nostre richieste dimostrano per l’ ennesima volta la politica dei due pesi e due misura dimostrata dall’ Amministrazione in carica, alla faccia della più volte richiamata necessità di riportare la residenza in centro storico. Ci auguriamo che, alle prossime elezioni, quei politici che sotto il loro mandato hanno trattato i residenti come ospiti indesiderati della Luccaland che a loro piace tanto, abbiano almeno il pudore di non prendere nuovamente  in giro i residenti .

Bove non ci ha consultato per il piano di dettaglio del traffico e sosta nel centro storico

 

Il Piano di Dettaglio Traffico e Sosta all’ interno del Centro Storico è un provvedimento importantissimo per i residenti, in merito al quale  il Comitato Vivere il Centro in qualità di unica associazione di residenti nel Centro Storico iscritta all’ interno della sezione tematica “Impegno civile e promozione dei diritti” dell’elenco comunale con Deliberazione della Giunta Comunale n. 361 del 7-7-2009, riteneva di aver interesse, titolo e diritto a partecipare.

A tale proposito, con puro spirito di collaborazione, sono state formulate  puntuali osservazioni in merito alla bozza (il 7 Febbraio 2020) ed altrettanto puntuali rilievi al regolamento  (il 29 Marzo 2021). Documenti propositivi che in qualsiasi amministrazione moderna avrebbero potuto essere ritenuti interessanti.

Purtroppo l’ Assessore Bove ha ritenuto di volerci ignorare del tutto e quindi ha deciso di andare avanti per la sua strada con uno slancio che ben poco ha di democratico e ancora meno di partecipativo.

Avremmo voluto dirgli che, contrariamente a quanto da lui affermato, ci sono 5,31 permessi per ogni stallo di sosta, che era ingiusto togliere ai residenti la possibilità di parcheggiare al di fuori degli stalli gialli purchè non in contrasto con il Codice della Strada come era permesso con il vecchio regolamento , che non era giusto abrogare l’ obbligo di ritirare il permesso ai furbi che infrangono le regole perché in questo modo aumenteranno quelli che parcheggeranno indebitamente sugli stalli gialli, che non è giusto togliere il permesso ai veicoli euro zero dei residenti lasciando però, vista la impossibilità di controllare,  la possibilità di parcheggiare agli euro zero dei non residenti, che la tecnologia RFID, non essendo riconosciuta dal Ministero, non consente di fare le multe e quindi se il regolamento non prevede delle sanzioni ognuno può fare impunemente quello che gli pare, che il colore dei tagliandi avrebbe dovuto distinguere in primo luogo chi può parcheggiare sugli stalli gialli e chi non può e molte altre situazioni dettagliatamente  descritte che per problemi di spazio non possiamo qua elencare nella loro totalità.

Visto che l’ Assessore Bove ha voluto negarci la possibilità di discutere e partecipare non ci è rimasta altra soluzione che inviare la documentazione a tutti i consiglieri comunali, augurandoci che  almeno loro si dimostrino sensibili ai problemi della cittadinanza  e che, grazie al loro ruolo, possano affrontare quei problemi esposti la cui discussione a noi è stata negata.

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Marchini e la manifattura

 

Veramente sconcertante l’ intervento dell’ Ex Assessore Marchini in merito alla Manifattura.

Abbiamo sempre sostenuto che il prezzo al metro quadro dell’ immenso stabile, che tra l’ altro abbiamo appurato  andrebbe  non alla Fondazione bensì ad un “Fondo Immobiliare Chiuso” gestito  dai milanesi di COIMA, era basso e non ci ha sorpreso più di tanto  quando Marchini lo definisce “non idoneo nemmeno per comprare una capanna”.

Il fatto poi che, secondo Marchini, il Sindaco chiedeva di firmare a favore del progetto senza nemmeno produrre la appropriata documentazione pena la espulsione dalla Giunta, che poi effettivamente c’è stata, ci lascia sbalorditi. Ci domandiamo se casi del genere erano già accaduti in passato.

Che dire poi del fatto che la passerella di collegamento con le Mura sarà carrabile e con due bei pilastri che appoggiano sul poggio delle Mura? Qualcuno ha intenzione di riportare il traffico sulla Cerchia Urbana?

Tanti i punti critici evidenziati da Marchini e siamo sempre più consapevoli che “perdere il treno della Fondazione” è sempre più vantaggioso per tutti i lucchesi.  Il problema vero  è che nessuno sembra curarsi del fatto che allo stesso tempo si perdono “i treni buoni”, cioè quei finanziamenti di cui hanno goduto e godranno le amministrazioni diligenti per ristrutturare i loro edifici dismessi, dargli una funzione veramente sociale, per poi rientrarne in possesso fra 50 anni.

Il comitato invita  chi vive nel Centro Storico, ma anche chi vi lavora, ad aderire alla petizione per chiedere il processo partecipativo  previsto ai sensi di legge per discutere il futuro della Ex Manifattura.

Il modulo per la petizione si trova sul nostro sito e presso:

LIBRERIA UBIK ( via Fillungo vicino Piazza Scalpellini)

LIBRERIA BARONI( Piazza San Frediano)

EDICOLA SAN PAOLINO( Via S. Paolino davanti alla chiesa).

sentenza tribunale di Lucca 22 Maggio 1996

 

Non è vero che il Sindaco e l’ Amministrazione possono essere ritenuti civilmente  responsabili  per le cadute dalle Mura.

La sentenza del Tribunale di Lucca del 22 Maggio 1996, poi confermata in Appello e successivamente in Cassazione parla chiaro: il generale principio di cui all’art. 1227 cod. civ., richiamato dall’art. 2056 fa si che la domanda promossa dai genitori della bambina lasciata sola a giocare sulle Mura  e poi caduta dal poggio  venisse respinta.

A questa autorevole interpretazione, confermata in tutti i gradi di giudizio, ha poi fatto  seguito il recente dispositivo di archiviazione da parte del GIP in merito alla querela presentata dai genitori del ragazzo francese caduto dalle Mura pochi anni fa.

Considerato che non si sono mai verificati incidenti sul lato interno delle Mura che abbiano richiesto cure mediche e che se questi avessero a verificarsi in futuro a causa  della mancata osservanza delle più elementari  norme di buonsenso, è palese per tutti che ciò non comporterebbe alcuna responsabilità a carico  dell’ Amministrazione Comunale.

Alterare l’aspetto delle Mura con l’installazione di 3 KM di ringhiere che, come appena spiegato, non sono assolutamente necessarie ci sembra, ad essere generosi, quanto meno inappropriato.

Meglio sarebbe utilizzare quei soldi per riparare le condizioni pietose in cui molti tratti versano a causa delle crepe, della mancanza di mattoni e della presenza di erbacce sul paramento

Abbiamo informato il Sindaco, il Soprintendente, il Segretario Regionale del Mibac, il Prefetto e tutti i consiglieri comunali di queste considerazioni e ci auguriamo che questa opera inutile e dannosa per l’ alterazione che andrebbe a provocare venga ripensata e ridotta ai pochi metri dove si pensa che ce ne possa essere di bisogno dopo il reimpianto degli alberi che mancano da molti anni, dopo l’ installazione di cartelli che avvisino del pericolo, dopo la promulgazione di provvedimenti amministrativi posti a regola della circolazione dei velocipedi, dopo la realizzazione di controlli mirati a prevenire le situazioni di pericolo per i conducenti dei risciò e per i poveri pedoni ormai costretti a scansare tutti quei mezzi e le bici da corsa che, senza alcun rispetto,  pongono a rischio la loro integrità fisica.