mercoledì 29 agosto 2018

nuovo regolamento di polizia urbana


Lo chiamavano regolamento.  Sembra il titolo di un film di Sergio Leone, mentre invece è una amara constatazione.
Il  precedente Regolamento di Polizia Urbana era del 1943 e per questo motivo l’  Amministrazione ha avvertito il bisogno di cambiarlo. Sono stati tolti gli articoli relativi a pratiche desuete come ad esempio quelle relativi alle ferrature dei cavalli, sono stati tolti gli articoli che dal 43 ad oggi sono stati inglobati nei regolamenti vari (decoro, suolo pubblico). Un bisogno peraltro “non necessario”  perché comunque  non si ferrano più  i cavalli per la strada e poi perché gli articoli inglobati negli altri regolamenti erano già  stati abrogati durante il loro varo.
Andando a vedere i cambiamenti che  sono stati apportati vengono fuori delle situazioni che mal si adattano ad una città d’  arte come Lucca, come amava definirsi prima che questa Amministrazione iniziasse la sua  trasformazione  in una Gardaland per turismo di massa.
Adesso si possono esporre le merci anche sulle soglie dei negozi (niente di male beninteso, nei paesi orientali e dell’ Africa  lo fanno da sempre), volendo si può  organizzare un torneo di briscola sulle scalinate e sui basamenti dei monumenti , mentre per i più giovani perché  non valutare un torneo di calcetto fra amici in piazza, oppure se magari piove sotto il loggiato di San Martino?
Poi, dopo tanta attività  fisica, perché  non concedersi un meritato riposo sulle soglie del palazzo più  vicino e magari, se la stanchezza è tanta, anche una dormitina? Un episodio come il seguente  non è più  sanzionabile perché  le soglie non sono più tutelate in quanto  l’ articolo di riferimento vale solo per le aree pubbliche.
  
Tuttavia  la perla del cosiddetto nuovo regolamento è la proibizione di dormire e bivaccare solo ed esclusivamente se si stende una coperta per terra. Da ora in poi il turista che si porta il panino da casa può tranquillamente sedersi dovunque,  ai lati delle strade, sui monumenti e anche sulle soglie dei palazzi, magari  impedendo il passo ai residenti, poi magari può farsi una pennichella, usando l’ accorgimento  di non stendere la coperta per terra.

Un bel regalo per i barini di mezzo metro quadro che sfruttano la strada per la loro attività di somministrazione,  con i loro clienti  a vociare sotto le finestre fino alle prime luci dell’  alba e a urinare nei vicoli circostanti,   pagando la Tari  solo sulla superfice interna  e lasciando così  il grosso del costo di smaltimento dei loro rifiuti a carico della collettività.
Che dire poi della proibizione di bere alcoolici nelle aree verdi e consentirla sulle piazze?  In pratica è vietato bere un Campari sul Parco Fluviale, mentre è consentito scolarsi un fiasco di vino sul sagrato di San Michele.
Ma non sarebbe stato meglio lasciare il regolamento del 43 così  come era? Bastava togliere i riferimenti ai cavalli, poi, proprio per essere zelanti, togliere gli articoli che peraltro erano già  stati abrogati  e rimpiazzare la dicitura Podesta’ con Assessore Raspini,  giusto per renderlo più  attuale allo schema amministrativo.
Il Regolamento del 1943, con queste piccole modifiche, sarebbe stato un regolamento ben più  moderno e ben più  civile di quello appena promulgato.


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