martedì 9 giugno 2009

Articolo di Italia Nostra



OGGETTO: Lucca città “impiolata”!?


Come è possibile che Lucca non riesca a trovare un equilibrio per gestire la propria immagine e la propria funzionalità?
Dalla città dei “panettoni” cementizi stiamo passando alla città dei pioli metallici anzi delle “stenderie” di pioli metallici. Questi ultimi qualche anno addietro delimitarono in modo ossessivo Piazza S. Francesco verso lo Stellare ed ora un marciapiede della stessa piazza, da un po’ di anni tagliano fitti corso Garibaldi, via della Polveriera e via Carrara, poi sono stati “infilati” sotto porta S. Gervasio, poi, ancora, a delimitare lo slargo davanti Villa Guinigi, da un mese sono fissati in fila indiana lungo il lastricato davanti alla chiesa del Suffragio cozzando con la transennatura recente del monumento a Boccherini,….ed ora, in fila doppia (ad est e ad ovest, ma con pilomat centrali per la deroga), si stanno impiantando in piazza S. Frediano! Brutti? Si va ben oltre…. ….brutti, invadenti e quasi sempre inutili.
Per proteggere i pedoni, si dice,… e le pavimentazioni… e la bellezza di queste piazze e di questi luoghi! Una iper-protezione di queste categorie che porta agli assurdi come quello dell’attraversamento pedonale recentemente dipinto addirittura in un’area pedonalizzata come Corte Portici, dalle vetrine al negozio Guerrieri!
Evidentemente non ci si rende conto che se il rimedio per fare rispettare le regole e per “governare” la vivibilità del centro storico e di ogni sua enclave è quello di immettere qualcosa e file su file su file di pioli metallici ….. addio decoro e immagine!
Dallo stesso superficiale principio nascono le analoghe confuse proposte, che fanno la loro comparsa a intervalli regolari, delle transenne sui parapetti delle Mura!
Non possiamo orientarci verso un’assurda città transennata e “impiolata”! Se di qualche dissuasore c’è bisogno (una tantum!) questo, come ormai è universalmente assodato, non può essere che un cilindro lapideo (arenaria, verrucano o marmo) nelle fogge della tradizione.
Noi riteniamo possibile fare rispettare le regole senza ricorrere a queste pesanti immissioni. Non è necessario che ogni divieto debba tradursi in qualcosa di visivamente e pacchianamente invasivo.
E’ da rivedere in generale, invece, il piano degli accessi consentiti, a chi e fin dove consentirli ed è necessario stabilire una più efficace e puntuale sorveglianza.
Tornando al caso di piazza S. Frediano, poi, ci si lamenta dei guasti provocati dalla sosta dei veicoli nella piazza. Orbene nella piazza spessissimo sostano veicoli autorizzati e quelli adibiti al carico e scarico delle merci. Dove sosteranno questi dopo la doppia “impiolata”? Forse davanti alla chiesa di S. Frediano, ove c’è sempre qualche auto stazionante nel corso della giornata per la disperazione dei turisti che, tra auto, furgoni, sedie, tavolini all’aperto, ombrelloni, rustiche botti di vino, fioriere “tripalliche”, panchine piombaggine, porta-biciclette, porta-cartoline ….non riescono a fotografare decentemente la chiesa se non nella parte apicale?
Sempre nella stessa piazza si lamentano i guasti subiti dalla pavimentazione! Questi però non derivano esclusivamente dal via vai (veramente eccessivo) dei mezzi, ma su di essi incidono sia i vari usi a cui la piazza di volta in volta viene destinata (stands, aiuole, gazebo, expo automobili….), sia una più che probabile cattiva esecuzione dell’asfalto “natura”, che qui manifestò subito pecche notevoli, quali l’immediata e generalizzata presenza di lesioni, il “salto” di porzioni superficiali ovunque posizionate, gli avallamenti tra le strisciate contigue nella stesura dei vari strati….cose che nonostante la delicatezza del materiale non si sono manifestate in tal modo in nessun altro caso più vecchio e con analoghi traffici. Forse una doverosa verifica anche di questo aspetto potrebbe portare ad una valutazione più obiettiva di tutta la questione.
E’ possibile sperare in un ri-pensamento su queste “impiolature” e far rispettare le regole senza interventi brutali e banali e senza danni al decoro del paesaggio storico della città?
Ringraziamo dell’attenzione.

Il Presidente
(arch. Roberto Mannocci)

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