mercoledì 28 settembre 2016

Caserma Lorenzini



Visto che la Caserma Lorenzini potrà  contenere oltre 90 stalli a pagamento  si ritiene opportuno e doveroso da parte dell’Amministrazione Comunale realizzare una identica disponibilitá  di sosta per i residenti.
Per questo motivo oggi è   stata protocollata una richiesta ufficiale al Sindaco nella quale si richiede di adibire a parcheggio per residenti gli stalli di Piazza della Caserma, Via del Pallone, Via della Polveriera, Via del Molinetto e alcuni di Corso Garibaldi per un totale di 96 stalli.
È  stato evidenziato il fatto che  i parcheggi a pagamento che vennero persi a causa della chiusura del parcheggio Lorenzini furono a suo tempo ampiamente recuperati, che Lucca ha la maglia nera per l’ inquinamento da PM10 in Toscana e che per questo è  necessaria una riduzione del traffico veicolare, che la disincentivazione dei parcheggi a pagamento in Centro Storico viene prevista nel Piano di Azione Comunale e nel Piano del Traffico e che quindi sarebbe assurdo aumentarli, che con  l’ apertura del recente viottolo che dal Parcheggio Carducci sbuca in Via del Pallone sono sufficienti 11 minuti a piedi per arrivare alla porta della Lorenzini, mentre con la macchina ce ne vogliono da 5 a 35 a seconda del traffico.
Per tutti questi motivi la riapertura del Parcheggio Lorenzini in aggiunta alla attuale disponibilità  di sosta a pagamento sarebbe  illogica e contraria alle previsioni dei documenti programmatici. Sarebbe ingiusta nei confronti dei residenti che soffrono della evidente carenza di parcheggi e finanche contraria alla asserita volontà proferita dal Sindaco quando ha più  volte affermato di voler riportare residenza nel  Centro Storico
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Manifestazione caffè delle mura



Ci sembra esagerato tutto il clamore suscitato dal fatto che durante la manifestazione tenutasi sulle Mura sabato scorso sia stato realizzato un megabar in assenza di regolare licenza,  anzi in presenza di formale divieto.
Che a Lucca ormai tutti possano fare ciò che vogliono è divenuto un fatto assodato e risaputo da tutti.
Durante gli ultimi quattro anni il Centro Storico è  diventato terra di nessuno.
Ormai non c’è  più   niente che possa stupirci.
Le auto parcheggiate sul baluardo San Paolino?  Niente di anomalo: qualcuno dell’ Amministrazione  le aveva informalmente  autorizzate in barba a regole e divieti, mentre l’ Assessore di competenza aveva giustificato il fatto che, tanto, non ci sarebbe stata la possibilità  di rimuoverle a termini di legge.
Camion e camioncini in Via Fillungo?  Niente di più  quotidianamente normale.
Auto dei turisti stranieri sugli stalli gialli?  Un prezzo da pagare in nome dell’ accoglienza.
Bar e birrerie che fino a notte fonda servono alcolici da consumarsi al di fuori dei locali in contrasto con le previsioni del Codice Penale, le quali  invece prevedono il diretto controllo della somministrazione agli avventori da parte del gestore? Una tragica realtà  che  produce  quegli schiamazzi e vandalismi che sono purtroppo realtà  quotidiana.
Il bivacco per la consumazione di bevande?  Proibito dal Regolamento di Polizia Municipale, ma tollerato se non addirittura difeso dall’Assessore di competenza.
Il parcheggio selvaggio   a Porta San Pietro e Porta S.Maria? Una realtà  quotidiana.
Ristoranti che espandono a loro piacimento la superfice loro assegnata evadendo la tassa sul suolo pubblico e sottraendo possibilità di sosta ai residenti? Niente di più  normale.
Di fronte a questo marasma è difficile stupirsi per  una manifestazione una tantum autorizzata a superare i decibel  di zona per una certa quantità ,  ma che con  la mancanza di opportuni controlli diventa una licenza di fatto senza limiti,  durante il corso della quale si vendono bevande senza autorizzazione.
Non sarebbero forse più  gravi le altre circostanze sopra illustrate? Se non altro perché  ripetute pressochè  quotidianamente? In fin dei conti  si tratta semplicemente di una manifestazione che ha violato la legge e fin qui purtroppo tutto normale. Magari però a guardar bene però una differenza  c’ è :  ha violato gli interessi delle categorie. Che qualcuno a Lucca  violi impunemente la legge è  divenuto cosa normale di cui nessuno parla,  mentre  se si toccano gli interessi dei locali pubblici allora il problema diventa rilevante e provoca perfino l’ intervento del Sindaco.  Morale della favola: giusto il liberismo sfrenato ad eccezione di  quando intacca gli interessi delle categorie.
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sabato 24 settembre 2016

Caserma Lorenzini


Mai polemica circa gli stalli di sosta fu più sterile.
Nel Febbraio 2012, quando la Caserma Lorenzini venne chiusa, l’Amministrazione Favilla realizzò 82 nuovi stalli blu a compensazione.
Per realizzare questi 82 stalli vennero sottratti ben 35 parcheggi ai residenti i quali dovettero “ obtorto collo” sottostare al provvedimento .
Adesso che la Caserma Lorenzini dovrebbe riaprire i battenti con ben 90 posti a pagamento ci pare ridicolo che qualcuno abbia qualcosa da obiettare circa la decisione dell’ Assessore Marchini di restituire 10 stalli ai residenti.
Caso mai ci sarebbe da rilevare il fatto che a suo tempo i residenti hanno perso 35 stalli per la chiusura della Lorenzini, quindi, adesso che questa riapre , come minimo dovrebbero riaverne la stessa quantità e non solo 10, avendo il pudore ed il buon senso di non perdere nemmeno un minuto a discuterne.
Tuttavia anche in questo caso dovremmo rilevare un deficit di programmazione dell’ Amministrazione Tambellini in quanto sia il Piano di Azione Comunale che la bozza del Piano di Mobilità prevedono la disincentivazione della sosta a pagamento in Centro Storico e la realizzazione di parcheggi scambiatori esterni. Non è forse un errore di programmazione dire che la sosta a pagamento in centro deve essere disincentivata e allo stesso tempo aumentare la disponibilità di stalli blu? Ci pare sia un controsenso.
La centralina di San Micheletto attualmente rileva di frequente 25 e 30 nanogrammi di PM10 nonostante la grossa dispersione operata dal vento. Sarà sufficiente avere qualche giorno di alta pressione e assenza di vento per superare il valore massimo di 50. Da ormai diversi anni Lucca ha la maglia nera per l’ inquinamento atmosferico da PM10 vogliamo continuare a mantenere questo record?
Se la disincentivazione del traffico e della sosta in centro resta solo una mera ipotesi citata nei documenti di programmazione amministrativa, mentre allo stesso tempo si procede a varare provvedimenti che aumentano i parcheggi a pagamento in Centro Storico, che risultati potremo mai aspettarci?

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Raccolta differenziata


Il nuovo sistema della raccolta rifiuti in Centro Storico presenta alcune incongruenze e contraddizioni che ci siamo premurati di segnalare al Sindaco.
Di fronte ad un incremento a due cifre della tassa sui rifiuti si è registrata una diminuzione del servizio. L’ anziano che ha difficoltà a camminare fino alla isola più vicina vedrà meno ritiri (quindi più spazzatura in casa), mentre allo stesso tempo sarà chiamato a pagare il lauto aumento di tariffa che Sistema Ambiente si è concesso.
Le isole ecologiche sono ancora poche e tra l’ altro tutte realizzate senza prima aver adempiuto alla stesura del preventivo regolamento previsto dalla Legge. Tale regolamento dovrà prevedere delle distanze minime dalle finestre e dalle porte più vicine e questo renderà ancora più difficile la loro dislocazione. In poche parole le isole a scomparsa non potranno mai efficacemente sostituire il porta a porta.
Ci sono due categorie che hanno bisogno di una maggiore frequenza di ritiri: i locali pubblici e gli anziani. Per i Commercianti il problema è stato risolto con il ritiro quotidiano mentre invece i bisogni degli anziani non stati nemmeno presi in considerazione.
L’ altro aspetto che non sembra molto chiaro riguarda l’ obbligo di conferire i rifiuti nel sacchetto fornito da Sistema Ambiente. Perché i residenti sono obbligati ad usarli mente i commercianti possono usare i sacchetti normali apponendoci sopra le etichette? A che serve il sacchetto fornito? Forse a controllare dall’ esterno il contenuto? L’operatore che raccoglie migliaia di sacchetti ha forse il tempo da dedicare al controllo del contenuto? Se il controllo non lo fa lui, ma viene svolto a campione da altri incaricati che hanno più tempo, perché imporre quel tipo di sacchetto?
Non sarebbe forse il caso di risparmiare eliminando l’ uso obbligatorio dei sacchetti e magari con quei soldi raccogliere l’ organico una volta in più alla settimana?
Altra domanda: visto la diminuzione della frequenza non sarebbe stato il caso di predisporre dei sacchetti più grandi? Quelli attuali sono più piccoli di quelli forniti anni addietro quando la raccolta di rifiuti era più frequente.
Se proprio i sacchetti ci vogliono perché non farli più grandi e darli anche per la carta? L’ anziano che vive con la minima non fa acquisti frequenti nei negozi di abbigliamento e calzature e quindi come può conferire questo tipo di rifiuto?
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Auto parcheggiate sulle mura


Se veramente fosse vero che l’ Assessore Raspini ha dichiarato che non si possono portare via con il carro attrezzi decine di automobili illecitamente parcheggiate sulle Mura e sui Baluardi, allora saremmo di fronte alla chicca del malgoverno.
Ma come? Ammesso e non concesso che questo sia vero, l’ Assessore di competenza, invece di precipitarsi a riempire questo buco normativo, lo usa come giustificazione della clamorosa “svista” nei sistemi di controllo?
In pratica L’ Assessore Raspini dice che, siccome le Mura non sono da equiparare a strade normali, queste non sono soggette agli obblighi previsti dal codice della Strada e quindi le macchine parcheggiate sul Baluardo San Paolino Domenica scorsa non si potevano portare via con il carro attrezzi. Cosa si aspetta a riempire questo vuoto normativo?
Almeno la multa a questi autoveicoli è stata fatta? Oppure la sosta di decine di autoveicoli parcheggiati sul baluardo San Paolino protrattasi per quasi tutto il pomeriggio è passata inosservata?
Oppure qualcuno li aveva autorizzati a parcheggiare sul Baluardo in forza di una “ ragione di Stato” comprensibile solo ai vertici dell ‘ Amministrazione?
Una risposta ufficiale da parte dell’ Assessore Raspini sarebbe un atto dovuto, se non altro per rispetto di quei residenti che alle 8,05 della mattina vengono multati perché hanno parcheggiato fuori dagli stalli

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Notte bianca


Siamo rimasti stupiti dell’ ordinanza emessa quest’ anno per la Notte Bianca.
L’ anno scorso il limite massimo di inquinamento acustico presso i ricettori venne fissato a 75 db(A) e la cessazione dell’ attività musicale alle ore 2 della mattina.
Quest’ anno lo stesso limite è stato prorogato per legge di una ora cosicchè il frastuono è legalizzato fino alle 3 di notte.
Sulla base delle esperienze degli anni scorsi ci vorranno due ore prima che gli avventori se ne vadano e quindi il baccano fino alle 5 è assicurato.
Alle 5,30 arriveranno le spazzatrici e i poveri residenti non avranno chiuso occhio per tutta la notte, mentre i loro concittadini di campagna, dopo la nottata di bagordi, saranno in grado di smaltire alcool e stanchezza nelle loro tranquille residenze.
Quello che è veramente paradossale è il comportamento del Sindaco che conosce gli atti a menadito e quindi sa benissimo che, sulla base del monitoraggio Arpat effettuato l’ anno scorso i 75 db(A) sono raggiunti con la sola attività antropica (il rumore della gente) e quindi il limite fissato quest’ anno è una grossa presa in giro perché , sempre sulla base del monitoraggio Arpat dell’ anno scorso, la pressione acustica dovuta alle manifestazioni musicali arriverà a 80 e perfino a 94,5 db(A).
Quindi in conclusione il Sindaco autorizza una manifestazione ben sapendo che i limiti acustici verranno ampiamente superati e addirittura proroga il calvario di un ora.
Il tutto per iniziative ludiche e per favorire gli interessi delle categorie che ormai, sotto questa amministrazione, fanno il bello e il cattivo tempo.
Un atto questo profondamente ingiusto nei confronti dei residenti che conferma quel filone intrapreso dal Sindaco Tambellini secondo cui il Centro Storico, a seguito della incapacità amministrativa di questa giunta che non fa niente per individuare forme di divertimento compatibili con una città civile, diventa il parco dei divertimenti della provincia a scapito di chi ci vive.
Magari chiediamo al Sindaco un po’ di rispetto evitando di affermare la sua volontà di riportare residenti nel Centro Storico. Oltre al danno che almeno ci eviti la beffa.
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sabato 20 agosto 2016

Stalli gialli e auto dei turisti


Mai come quest’ anno abbiamo avuto modo di assistere alla occupazione sistematica ed abusiva degli stalli gialli da parte dei turisti stranieri.
Probabilmente la cattiva fama della gestione dell’ Assessore Raspini ha travalicato i confini nazionali e in quel d ‘oltralpe si è sparsa la voce che a Lucca i Vigili Urbani non adottano le disposizioni dell’ art. 207 del Codice Strada consentendo cosí ai trasgressori un impunità pressochè garantita.
L’ art. 207 prevede che il trasgressore straniero sia obbligato a pagare subito la contravvenzione, oppure in alternativa a lasciare un cospicuo deposito, prima di poter rimettere in moto il veicolo. Questo perché Equitalia o Agenzia delle Entrate non hanno poteri fuori dai confini e quindi senza la immediata riscossione il mancato pagamento ha molte probabilità di diventare impunito.
L’ unico modo per attuare l’ art. 207 è l’ installazione delle ganasce in quanto è impensabile che un vigile urbano possa mettersi a piantone del veicolo sanzionato in attesa del ritorno del conducente.
L’ Assessore Raspini si è sempre mostrato contrario a questa ipotesi affermando che tutti gli stranieri pagavano le multe anche se allo stesso tempo ci venivano negati i dati ufficiali.
Dati che siamo poi riuscire a reperire grazie all’ interessamento della Consigliere Comunale Giorgi, alla quale non potevano essere negati, ed in seguito ai quali abbiamo appurato che solo una minima parte delle multe comminate agli stranieri vengono effettivamente pagate. In poche parole i lucchesi le multe le pagano perché altrimenti gli vanno nella cartella esattoriale, mentre gli stranieri no perché contano sulle impunità offerte dalla attuale Amministrazione che non adotta efficacemente le previsioni dell’ art 207 del Codice della Strada.
A Settembre ci riserviamo di esporre il caso alla Corte dei Conti per questo ingiustificabile spreco di denaro pubblico, che manca di rispetto a chi invece le multe è costretto a pagarle e che sottrae impunemente parecchi dei miseri posti macchina destinati ai residenti.
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venerdì 17 giugno 2016

Cosa vuol dire città


Ma chi l’ha detto che centro cittadino vuol dire libertà di fare tutto, compreso quello che nessuno si sognerebbe di fare a casa propria?
Perché si cerca di far passare come normale il fatto che qualcuno non possa dormire a causa dei rumori che provengono dal bar e dalla gente che staziona sotto casa a notte fonda?
Non è vero che nelle città è sempre stato cosi.
Qualcuno è arrivato a dire che il fracasso della movida c’è sempre stato fin dai tempi dei romani, dimenticando il fatto che allora non c’ erano i varchi telematici, ma le isole pedonali invece si. Erano zone interdette al traffico delimitate da veri e propri “panettoni” , come si può ancora vedere oggi a Pompei, con i quali veniva impedito fisicamente l’ accesso ai carri e alle carrozze. Misura ben più stringente degli odierni varchi con 10.000 permessi.
Parlando invece di tempi più moderni, negli anni 50, i nostri anziani potranno confermare che dentro le Mura era proibito il traffico delle moto dopo le ore 23. Chi per esempio andava al cinematografo con la moto, dopo le 23 doveva andare a spinta fino alla porta prima di metterla in moto.
Figuriamoci se potevano essere tollerate le odierne situazioni di caos notturno provocati dai bar.
Ma di che parlano quei soloni che sostengono di “ riportare” vita nel centro storico?
Quando mai c’ è stato questo caos e queste condizioni di invivibilità creato da un malinteso senso della libertà per cui dentro le Mura tutto diventa legale e concesso? Dove è il problema nella recente ordinanza? Non vieta mica la musica all’ interno dei locali, vieta soltanto che sia percepibile dall’ esterno impedendo ai residenti di dormire dopo la mezzanotte. A Modena dopo le 21 non si può consumare sul suolo pubblico, a Firenze idem dopo la mezzanotte, nemmeno con il bicchiere di plastica. Prima o poi dovrà accadere anche a Lucca.
Se si ritiene che il desiderio di divertimento sia cosa buona e giusta, allora la politica deve dare delle risposte precise consentendo che questo divertimento possa realizzarsi senza danneggiare nessuno. L’unica risposta è delocalizzare. Bisogna sempre guardare alle realtà più grandi per trovare risposta ai problemi cittadini. A Madrid per esempio hanno realizzato la Sexta Avenida, un centro di locali fuori dalla città, dotato di viabilità e parcheggio con i bar aperti fino alle 6 del mattino e musica a palla, tanto non ci vive nessuno.
La politica non può sempre essere succube delle categorie commerciali.
Fino a che la politica darà ascolto alle proteste degli esercenti dei locali pubblici del centro, che ambiscono solo a tutelare i loro interessi e profitti, non si risolverà mai il problema. Se il divertimento è importante che questo si localizzi dove non penalizza nessuno.
A Prato hanno condannato alla reclusione (poi commutata in multa) gli esercenti di un locale rumoroso.
Le leggi ci sono e difendono il riposo delle persone il resto è solo sterile ed infruttuosa polemica.
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mercoledì 15 giugno 2016

Ordinanza Movida


Non c’è ombra di dubbio: il divieto di percepire la musica al di fuori dei locali dopo la mezzanotte è un provvedimento civile e che va nella direzione giusta.
Con le recenti semplificazioni ammnistrative, per effettuare la musica nei locali, è sufficiente l’ autodichiarazione del responsabile legale dell’ esercizio pubblico e/o del tecnico acustico incaricato.
Siccome la medesima legge che semplifica impone anche alle amministrazioni di effettuare controlli a campione sulle autodichiarazioni prodotte , visto e considerato la mole delle richieste di intervento e degli esposti presentati dai residenti a causa della musica alta dei locali , la nostra associazione ha richiesto agli uffici competenti di procedere al puntuale controllo a campione previsto dalla legge.
In poche parole la normativa consente le autodichiarazioni, ma prevede anche pene severe per chi le produce mendaci e questo è quanto abbiamo richiesto all’ Amministrazione di verificare. In sintesi: OK alla musica , ma no al Far West.
Tra l’ altro, per legge, il Comune dovrebbe dotarsi di apposito regolamento per il controllo delle autodichiarazioni e pubblicare la tipologia dei controlli sul sito web; infatti abbiamo richiesto al Comune che venga rispettato anche questo adempimento di legge.
È ovvio poi che un vero miglioramento si potrà conseguire soltanto con la proibizione di consumare sulla pubblica via dopo le 21, come si fa in tanti comuni italiani più civili del nostro, dove, dopo quell’ ora, le consumazioni avvengono solo all’interno dei locali.
Le petizioni sono uno strumento democratico che rispettiamo, se non altro per averne effettuate a bizzeffe, ma facciamo rilevare che la legge ha valore inderogabile e che questa si può cambiare solo a mezzo di referendum, il quale, per essere indetto, deve avere almeno 500.000 adesioni certificate, che fra poco diventeranno 800.000.
Che dire poi di quei consiglieri che, non svolgendo attività professionale, ma solo politica, seguono e inseguono i voti per mantenere la propria posizione? Oppure di quegli ex assessori che si definivano ambientalisti, ma che adesso, con assoluta mancanza di pudore, invitano i residenti ad andare a vivere in campagna per lasciare la città in mano alle scorribande alcolico/musicali?
Non ne avvertiamo la mancanza e le prossime elezioni costituiranno un buon termometro per la determinazione della loro importanza e del loro seguito.
La soluzione per la Movida? La cittadella del divertimento. Un programma tanto sbandierato durante l’ultima campagna elettorale che è poi rimasto lettera morta.
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mercoledì 8 giugno 2016

Decoro Urbano


Le recenti aperture dei supermercati in Centro Storico sono divenute oggetto di critiche, di natura perlopiù corporativistica.
Bene la moratoria dei pubblici locali, giusto connubio fra corporativismo dei commercianti e interessi della residenza. Si invoca a piene mani il Piano delle Funzioni, che noi stessi richiediamo da anni, in quanto unico strumento in grado di evitare la trasformazione del Centro Storico in una Gardaland casereccia. Purtroppo si evita di parlare del fatto che nel Comune di Lucca non è stato ancora emanato quel Regolamento di Decoro Urbano in gestazione dal 2013.
Più negozi di alimentari vuol dire più panini e quindi più bivacchi. Il regolamento del Decoro Urbano è necessario per una città che vuole avere uno sviluppo turistico degno di questo nome, altrimenti, in assenza di regole, è destinata a divenire, o meglio dire restare quella che è: un grande bivacco monumentale per consumare i panini di giorno e l’alcool durante la notte. L’ unica differenza provocata dai nuovi supermarket sarà che il grande bivacco diventerà ancora più diffuso durante il giorno.
Le critiche rivolte dalle Associazioni a queste “ liberalizzazioni” sono funzionali al mantenimento del proprio orticello e trovano terreno fertile nel mondo di quella politica che segue e insegue i loro voti. Il problema che invece l’Amministrazione dovrebbe porsi è quello di fare delle regole certe nell’ interesse di tutta la città e, fino a che le regole non ci sono, utilizzare quelle “ vecchie” tuttora vigenti.
Durante i numerosi quanto infruttiferi incontri con l’ Assessore Raspini abbiamo fatto presente che, nel vigente Regolamento di Polizia Urbana all’art. 58 vi si recita:
E’ vietato:
  1. sedere, sdraiarsi, dormire sui marciapiedi, sulle strade e piazze, sulle soglie dei pubblici edifici e presso i monumenti;
  2. depositare involti ed oggetti di qualsiasi specie sulle soglie stesse e sui gradini dei monumenti;
  3. trattenersi a mangiare, bere e giuocare negli ingressi dei pubblici e privati edifici e nelle scale dei medesimi, come pure compiervi atti contrari alla decenza od alla pubblica quiete.
Purtroppo non siamo mai stati presi in considerazione e, almeno fino al nuovo mandato, siamo rassegnati a vivere in una città dove il bivacco è realtà quotidiana, sia di giorno che di notte

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giovedì 19 maggio 2016

Vecchi tagliandi o i nuovi?


Ci domandiamo se invece di cambiare i vecchi permessi di sosta residenti, non sarebbe stato meglio cambiare i nuovi.
Il vecchio permesso aveva impresso il numero di targa, era a colori ed aveva alcuni parti stampate ad ologramma. Il numero di targa serviva per evitare l’ utilizzo improprio dello stesso su più mezzi, mentre i colori e l’ ologramma erano funzionali a rendere il tagliando più difficile da fotocopiare.
Il nuovo permesso invece è in bianco e nero e oltretutto non riporta il numero di targa. Ottimo per i furbi che lo spostano da un veicolo all’ altro, oppure che lo fotocopiano facendosi il “secondo permesso fatto in casa”.
In teoria il sistema di controllo c’è, ma è molto laborioso. Il tagliando nuovo ha un riquadro con un codice elettronico chiamato QR Code. Scannerizzando con un apposito lettore il QR Code si può accertare se il permesso è relativo al veicolo sul quale è esposto, oppure se è un falso. Il problema è che la Polizia Municipale non è dotata di questo strumento. Sono diversi anni che chiediamo sia all’ Assessore che al Comandante di acquistare alcuni esemplari per darli in dotazione alle pattuglie in servizio. Purtroppo abbiamo motivo di pensare che questi anni sono trascorsi inutilmente visto che non abbiamo mai avuto modo di vedere i Vigili che scannerizzano i permessi.
E’ chiaro che quando il veicolo passa attraverso i varchi elettronici viene riconosciuto, ma il problema resta in tutta la sua evidenza per tutte le zone al di fuori della rete telematica.
Non ci resta che aspettare la nuova Amministrazione dove ci auguriamo di trovare un referente con il quale sia possibile instaurare un dialogo basato sulla sensibilità, sulla giustizia e sull’ efficienza e che, senza esitazioni, riporti il numero di targa sul tagliando provvedendo a dotare la Polizia Municipale del lettore QR Code così come andiamo chiedendo da anni.
Ricordiamo che gli stalli gialli sono soltanto 1.600 ed i permessi permanenti che danno diritto alla sosta sono oltre 10.000
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mercoledì 18 maggio 2016

Manifestazione sportive


Tutte le volte che nel Centro Storico vengono realizzate manifestazioni per cui si chiudono alcune strade, i residenti vengono “ fatti prigionieri” in quanto non viene loro offerto alcun percorso alternativo.
Nessuno dice che non si possono fare manifestazioni nel Centro Storico, anzi la cosa è talmente ovvia e scontata che viene addirittura prevista e regolata in maniera specifica dal Codice della Strada.
All’ art. 20 si prevede che quando si chiudono le strade si devono offrire percorsi alternativi, ma ci immaginiamo che l’ Ufficio Traffico, vista la impossibilità di realizzarli, abbia in qualche modo cercato di adempiere alle previsioni di legge prevedendo dei varchi da essere utilizzati compatibilmente con il passaggio dei concorrenti.
Durante l’ ultima Mezza Maratona i varchi predisposti erano 8 però, visto la scarsa informazione, sono ben pochi i cittadini che sono riusciti a saperlo.
Il Codice della Strada prevede che il presidio dei varchi venga effettuato dalla Polizia Municipale, oppure da agenti di altri corpi di Polizia che possono essere affiancati da volontari, i quali dovrebbero essere muniti di apposita abilitazione rilasciata dal Ministero.
Per ultimo, secondo il Codice della Strada, ogni autorizzazione per manifestazione sportiva deve essere subordinata alla stipula di un contratto di assicurazione.
Abbiamo fatto presente queste circostanze all’ Amministrazione Comunale per sincerarci che le prossime autorizzazioni tengano di conto delle previsioni del Codice della Strada, nonché dei bisogni e dei diritti dei residenti.
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lunedì 2 maggio 2016

Più residenti nel centro storico

Sicuramente encomiabile e condivisibile il proposito espresso dal Sindaco quando afferma di voler portare più clienti e più residenti nel Centro Storico.
Ci asteniamo dal commentare il lato commerciale della proposta perché non riusciamo proprio a capire come si possa spingere qualcuno a rinunciare all’ offerta vantaggiosa dei centri commerciali e di internet, per venire a comprare all’ interno delle Mura.
Per quanto riguarda la residenza invece, ci sentiamo di suggerire al Sindaco di “ abbassare l’ asticella” e considerare che, invece di aumentare la residenza all’ interno delle Mura, sarebbe già un grosso traguardo fermarne la diminuzione. Durante questo mandato i residenti sono arrivati alla misera cifra di 8.500.
Attualmente ci sono diverse decine di famiglie, quindi alcune centinaia di persone, che stanno seriamente valutando l’ipotesi di trasferirsi dal Centro Storico. Continuano a vivere dove si trovano solo perché hanno difficoltà a vendere il loro appartamento a causa delle condizioni di invivibilità della zona e quindi alla mancanza di a acquirenti.
Le famiglie che vivono a Portone dei Borghi, Piazza XX Settembre, le poche rimaste in Piazza dell’Anfiteatro, in Piazza San Michele, oppure in Corso Garibaldi sono destinate ad essere sempre di meno a causa degli schiamazzi che impediscono il riposo notturno.
Che dire poi della pulizia delle strade effettuata con rumorose spazzatrici che superano qualsiasi limite massimo di emissione acustica e, cominciando a lavorare alle 5,30 del mattino (domeniche incluse), svegliano i malcapitati che dormono nel loro letto a pochi metri di distanza dalla fonte di rumore? Il tutto ignorando il fatto che ci sarebbero in commercio mezzi molto meno rumorosi.
Per non parlare poi della raccolta del vetro che, quando viene scaricato nel cassone del mezzo di raccolta alle 5,30 della mattina, provoca lo stesso rumore di un petardo di grosse dimensioni svegliando chi dorme a centimetri di distanza.
Possiamo ignorare la sproporzione fra i 1.600 stalli gialli ed i 10.000 permessi rilasciati che costituiscono una vera e propria tassa supplementare a causa delle multe inflitte a chi, dopo aver girovagato per ore alla ricerca di un posto che non riesce a trovare, deve parcheggiare dove può?
Negli ultimi tempi Sistema Ambiente installa le isole a scomparsa senza che l’Amministrazione abbia elaborato e varato l’ apposito regolamento comunale previsto dalla legge e quindi, in nome della “ ragion di stato” , alcune famiglie verranno penalizzate dal trovarsi i cassonetti interrati sotto la propria finestra di casa. Altri candidati “ all’ emigrazione”!
Il problema ulteriore è rappresentato dal fatto che tutti questi argomenti fanno capo all’ Assessorato all’Ambiente e che i numerosi incontri da noi effettuati in quella sede, dove li abbiamo rappresentati, si sono dimostrati completamente infruttiferi.
Di conseguenza il problema che il Sindaco si pone è di doppia natura: anche se riuscisse ad indentificare i disagi che causano la diminuzione di residenti nel Centro Storico, chi sarebbe poi in grado di apportare le soluzioni? Una impresa veramente difficile, se non impossibile, a parere nostro, vista la attuale distribuzione delle deleghe.
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mercoledì 27 aprile 2016

Attività in deroga


L’ autorizzazione in deroga ai limiti acustici è un provvedimento che consente di superare i limiti massimi previsti dalla normativa acustica durante il corso di eventi o manifestazioni. La gestione di questo strumento risulta esaurientemente codificata dalla normativa nazionale e da quella regionale e siccome queste deroghe comportano una compressione di diritti a chi risiede nella zona interessata (perché sarà chiamato a sopportare un inquinamento acustico maggiore di quello normalmente consentito), il legislatore ha previsto che il Comune deve indicare tutte le autorizzazioni in deroga in un apposito elenco pubblicato sul sito web del Comune, affinché questo possa essere facilmente consultato nell’ ottica di quel “ controllo sociale” previsto dalla legge.
Fino a pochi mesi fa era possibile scaricare on line la documentazione relativa a ciascuna deroga rendendo possibile la comprensione dei limiti e degli orari concessi, nonché le varie prescrizioni impartite.
Da poco tempo invece l’ Amministrazione Comunale, nonostante si tratti di eventi pubblici, ha proibito la visualizzazione online, obbligando chi ne è interessato ad andare all’ Urp e fare richiesta della documentazione, la quale verrà fornita in cartaceo (a spese del richiedente) ed entro 30 giorni dalla richiesta.
Il problema è che molto spesso le autorizzazioni vengono rilasciate due giorni prima della manifestazione, oppure magari anche il giorno stesso dell’ inizio di questa ed inoltre, a volte, l’aggiornamento dell’ elenco online non viene effettuato in tempo reale.
Da questo ne deriva che è praticamente impossibile ricevere la documentazione prima che la manifestazione abbia inizio. Il cittadino che si è visto comprimere i propri diritti per legge, non può utilizzare quel controllo sociale, che peraltro la stessa legge gli garantirebbe, in quanto molto spesso riuscirà a conoscere gli orari, i limiti e le prescrizioni previste per la manifestazione soltanto quando questa sarà ormai conclusa.
Per questi motivi abbiamo richiesto alla Regione Toscana di richiamare il Comune di Lucca al rispetto della trasparenza prevista dall’ art 16 Legge Regionale 2/2014 consentendo ai cittadini un accesso puntuale e tempestivo.
Un problema di trasparenza che fa il paio con “ l’ oscuramento” delle delibere che sarà oggetto del Consiglio Comunale convocato per il l 28 Aprile a seguito della richiesta formulata da 9 consiglieri comunali e da ben 22 associazioni.
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martedì 12 aprile 2016

Attività commerciali nel CS


Siamo sicuri che sono i parcheggi ed i varchi telematici (che peraltro chiudono al traffico soltanto una piccolissima zona di 800 per 600 metri), le cause del declino del commercio nel Centro Storico?
Ci domandiamo: se per ipotesi in Piazza san Michele ci fosse un parcheggio gratuito multipiano da 10.000 posti, i lucchesi verrebbero in centro a fare la spesa, a comprare un televisore, oppure degli indumenti sportivi, oppure marche di abbigliamento che in periferia si trovano a prezzo minore o magari articoli che su internet costano la metà?
E’ comprensibile che qualcuno, magari impegnato nel settore della ristorazione, soprattutto notturna, difenda l’ indifendibile per compiacere i suoi clienti ed i suoi affari, però a certi livelli la discussione dovrebbe farsi seria.
Lucca città non sarà mai più quella di una volta quando la gente veniva da Castelnuovo Garfagnana o da Piazza al Serchio per comprare quello che non riusciva a trovare in negozi più vicini.
E’ inutile continuare a vivere un Amarcord che non ha ragione di esistere e che è soltanto un mondo dei sogni molto distante dalla realtà. Chi lo fa aiuta soltanto il commercio delle città vicine dove i commercianti fanno il loro lavoro , dove le amministrazioni ospitano centri commerciali di richiamo in periferia e grandi negozi di marchi famosi in centro, dove i centri storici sono resi più vivibili da ordinanze anti bivacchi e anti ubriachi e dove la residenza non deve essere costretta a fuggire a causa delle condizioni di invivibilità
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