Ormai tutti sanno che D’Alessandro, da uomo d’ affari quale è, si cura essenzialmente dei propri interessi, come del resto è
normale che sia per un qualsiasi uomo d’ affari che si rispetti.
Se è vero che usato la definizione “Prato” per indicare gli
Spalti delle Mura è una bestialità
assoluta e che, a maggior ragione in questo caso, diventerebe imperdonabile per
chi ha incassato finora circa 10 milioni di euro di contributo da parte dei cittadini lucchesi ed enormi favori che
gli hanno concesso di guadagnare ulteriori
decine e decine di milioni con i
suoi concerti. Contributi e favori che gli hanno permesso di diventare uno dei maggiori organizzatori
italiani partendo da zero proprio da
Lucca.
Il concetto e il rispetto che D’ Alessandro ha delle Mura
era già emerso con il taglio dei 3 lampioni ottocenteschi che, soltanto grazie
alle “comprensive” affermazioni del
Soprintendente di allora e al fatto che il Comune di Lucca è carente per quanto
riguarda il catasto dei beni culturali, non hanno dato origine ad un
procedimento penale che sarebbe stato quantomeno dovuto.
Quindi i lampioni ottocenteschi in fusione unica sono
”ferrivecchi” , gli spalti sono dei “campi” e quale sarà la prossima sparata
per le Mura? Verranno definite degli “ammassi di mattoni” che in certi punti
andrebbero demolite per lasciare più spazio al palco?
Che dire poi del Sindaco quando afferma che tanto l’ erba
ricresce dimenticando che per 10 mesi l’ anno gli spalti restano un pantano?
Pensare a predisporre del’ erba sintetica è una follia assoluta e ci
meraviglierebbe molto se il Sindaco lo avesse detto per davvero. Il Sindaco lo
sa che con Decreto Ministeriale 103/2017 le Mura e gli Spalti sono beni
tutelati specificatamente e quindi inseriti nel Catasto Culturale? Il Sindaco
lo sa che questo comporta delle attenzioni specifiche ed inderogabili? Dovrebbe
saperlo se non altro perché glielo abbiamo detto noi e poi perché ha utilizzato
questi concetti nell’ ordinanza che vieta i risciò sulle Mura. Quindi i risciò
danneggiano il Monumento e la palude sugli spalti per 10 mesi l’ anno no?
Comprendiamo le pressioni che il Sindaco riceve dai Commercianti. Questo è
sempre accaduto con qualsiasi Sindaco che c’è stato finora, però mai nessuno
aveva maltratto Lucca in questo modo per il vantaggio commerciale di pochi.
Una frase contenuta nella
recente sentenza che ha visto condannato il Commissario di Pompei al pagamento
di 400.000 euro dice: la valorizzazione
del bene culturale non può essere assimilata al mero “sfruttamento” dello
stesso per fini di natura imprenditoriale-commerciale».
Se poi si aggiunge che D’ Alessandro è
stato uno dei principali “stimolatori”
dell’ utilizzo ludico/musicale di Pompei, il Sindaco avrebbe tutte le ragioni per
cominciare a preoccuparsi seriamente.
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