Quando abbiamo saputo
che l‘ Assessore Raspini era andato in
Senegal ad insegnare la politica lucchese di raccolta dei rifiuti siamo rimasti
stupiti.
La prima cosa che ci siamo
chiesti è stato perché, prima di andare in Senegal a parlare di rifiuti, non ha
ritenuto di dover fornire risposta a quelle domande che abbiamo posto il 15
Aprile scorso, nelle quali si evidenziava una situazione dei rifiuti che
definire catastrofica appare fin troppo generoso. Non vogliamo parafrasare
qualche politico nazionale, però un bel “ prima i lucchesi” ci starebbe tutto.
Poi ci siamo domandati cosa
succederà in Senegal se metteranno in atto i suoi insegnamenti basati sull’
esperienza lucchese.
Non avrà mica suggerito di
svendere i cassonetti dell’ immondizia
che hanno, raddoppiare il personale della azienda di raccolta rifiuti per
passare al porta a porta, arrivare fino all’ 80% di differenziata, per poi
smantellare il servizio tornando ai
cassonetti comprandoli ex novo, ma restando con il personale raddoppiato
rispetto a quello che c’era prima?
Non avrà mica insegnato che ogni
25 milioni di fatturato si possono lasciare 16 milioni di crediti non riscossi
perché tanto questi soldi vengono spalmati in bolletta con un costo di
accantonamento di 1,30 milioni l’anno che pagheranno gli utenti onesti?
Avrà mica insegnato che le
tariffe si riducono per i locali pubblici mentre si aumentano per i cittadini
“normali”?
Ci auguriamo che questi insegnamenti non siano stati fatti e,
nel caso, che non vengano recepiti.
Il Senegal è un paese già povero per conto suo e
sperperare, con le dovute proporzioni, così tante risorse finanziarie come
succede a Lucca, potrebbe rappresentare
una crudeltà gratuita e dalle conseguenze
inimmaginabili, perfino peggiori del colonialismo, dello schiavismo e della sottrazione delle risorse
naturali che purtroppo sono stati finora problemi endemici per quel paese.
Se in Senegal mettessero in atto gli insegnamenti e
quindi gli sprechi lucchesi registrati nella raccolta dei rifiuti, è verosimile pensare che quel paese
sprofonderebbe nella crisi economica più
assoluta. Assisteremmo ad un aumento della povertà e quindi ad un tale
incremento degli sbarchi che metterebbe a serio rischio la tenuta del nostro
paese e chissà, forse anche dell’ Europa.
Invece di andare in Senegal ad
insegnare ci domandiamo se non sarebbe stato meglio andare a Capannori per imparare, magari dopo aver trovato dieci
minuti per rispondere alle osservazioni puntuali dei suoi concittadini che dopo
3 mesi non hanno ancora ricevuto
risposte.
http://vivereilcentrostorico.blogspot.com
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