lunedì 30 ottobre 2023

La storia si ripete

 

Quanto accaduto al Comitato di San Concordio ci ricorda quanto è successo al  Comitato Vivere il Centro Storico quando il Comune lo ha deferito innanzi all’ Autorità Giudiziaria a causa di presunte “reiterate richieste di intervento…. e per  le innumerevoli  richieste presentate al Protocollo Generale del Comune di Lucca tra cui richieste di accesso agli atti, esposti, osservazioni, diffide e richieste di incontri”. A seguito di questa presunta “attività criminale”  venne individuato il reato previsto e punito dall’ art. 340 CP (interruzione di servizio pubblico).

Opportuno considerare che il comitato Vivere il Centro Storico è una associazione riconosciuta dal Comune di Lucca iscritta nell’elenco Comunale delle Associazioni, all’interno della sezione tematica “impegno civile, tutela e promozione dei diritti”, a seguito della Deliberazione della Giunta Comunale del Comune di Lucca, n° 361 del 7-7-2009 e ciò gli conferisce il  titolo a richiedere copia degli atti pertinenti all’interesse istituzionale, i quali peraltro, per la maggior parte dei casi,   ci sono sempre stati puntualmente rilasciati al fine di svolgere il nostro fine istituzionale.

Fare le osservazioni in merito ai regolamenti in via di elaborazione è diritto di tutti i cittadini, sia che facciano parte di un comitato oppure no e tra l’ altro alcuni di questi nostri rilievi sono stati accolti ed integrati nei documenti comunali.

Gli incontri con il Sindaco, con i Dirigenti e con gli Assessori si sono sempre regolarmente svolti ad eccezione  di quelli con l’ Assessore Bove, unico caso nella nostra storia, che non ha mai voluto riceverci.

Quindi: gli accessi agli atti sono stati evasi senza alcun problema, le osservazioni ai regolamenti sono state ricevute e in taluni casi perfino recepite, gli incontri sono stati richiesti e poi si sono effettivamente svolti con una unica eccezione, non è mai stata espresso nessun rimprovero o censura nei confronti del Comitato, non si è mai verificata alcuna interruzione di servizio pubblico,.

Ed allora perché denunciarci?

Sembra che nemmeno la Procura della Repubblica sia riuscita a trovare una motivazione logica tanto è vero  ha provveduto alla archiviazione del caso.

Per quale motivo si è cercato di colpevolizzare un comitato di cittadini che opera all’ interno dei suoi fini istituzionali e la cui unica colpa, se di questo si può parlare, è stata quella di informarsi per partecipare civilmente alla vita del Comune nell’ ambito di un ruolo peraltro riconosciutogli da quest’ultimo? Come è possibile che un Ente rispettabile come il Comune denunci qualcuno con tale leggerezza?

Chi lo paga tutto il tempo inutilmente  impiegato dai pubblici dipendenti a raccogliere le “prove” contenute in circa 180 pagine di istruttoria illustranti   tre anni di lecita attività del comitato?

E’ giusto che operazioni di questo tipo vengano pagate dai cittadini i quali, tramite le loro tasse, pagano il funzionamento della macchina comunale e quindi gli stipendi dei dipendenti?

Meno male che la cosa è finita così, ma ci immaginiamo quanto sarebbe costato a un gruppo di onesti cittadini  difendersi in Tribunale da accuse che poi si sarebbero rivelate infondate perché frutto di attività  svolta con profondo rispetto del  senso civico. Dopo la soppressione delle Circoscrizioni e la deprecabile mancata realizzazione dello strumento di rappresentanza locale  della cittadinanza previsto dalla legge regionale, sarebbe stato opportuno che l’ Amministrazione, invece di denunciarli,  avesse instaurato un proficuo  dibattito democratico con i Comitati, visto che essi sono rimasti  gli unici organismi di rappresentanza di base dei cittadini.

 

http://vivereilcentrostorico.blogspot.com

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